IL BUIO E LA NOTTE Progetto di Andrea Cramarossa/Teatro delle Bambole
Residenza Artistica Armunia dal 15 al 23 ottobre 2022 e dal 28 novembre al 4 dicembre 2023
Auditorium Danesin – Rosignano Marittimo
IL BUIO E LA NOTTE
ovvero
UNA BALLATA PER LO SPECCHIO
Intorno al mito del Minotauro
dal racconto di Friedrich Dürrenmatt
Progetto di Andrea Cramarossa
Gruppo di ricerca teatrale Teatro delle Bambole
Un canto feroce e splendente si inerpica dalla follia di migliaia di specchi per infrangersi nel dolore della consapevolezza di sé. Un canto straziante, ritrovarsi soli in un tempio di vicoli e intestini dove la gentilezza viene confusa con la brutalità. Ecco, la forza bruta, volgare, primigenia, d’una natura incolta e randagia opposta alla forza d’una negazione perpetrata nel tempo e rinchiusa in uno spazio vuoto e mostruoso: il Labirinto.
Diverse visioni, Friedrich Dürrenmatt, offre alla nostra possibilità di percepire, nel mito, il luogo ove le nostre più inenarrabili oscenità sono state recluse, nel suo racconto/ballata intitolato “Il Minotauro” e al quale questa ipotesi di ricerca si ispira, a partire proprio da quell’insolito rivestimento interno delle pareti del Labirinto. Replicare se stessi nella mostruosità. Vedersi continuamente mostro mostrato a se stessi e allo sguardo opportunista degli avvoltoi. Unica musica, il fruscio della propria pelle e, qualche volta, il vento.
Nella fulgida rimembranza delle vicende collegate alla narrazione dell’uomo-toro, il Labirinto diviene l’inconsapevole mausoleo di una vita mai nata ma solo rappresentata, il simbolo dei nostri fallimenti tenuto distante dalla nostra vista, in un precipizio di solitario respiro ove il buio porta appeso alle sue pareti il colore nero della notte.
La materia offertaci da Dürrenmatt col suo breve racconto, travalica, in realtà, qualsiasi eco riprodottasi nelle innumerevoli versioni artistiche del celebre mito del Minotauro. Esso ci conduce verso la consueta lettura, traduzione, visione del concetto di “doppio” che si moltiplica pateticamente e ossessivamente in miriadi di immagini identiche all’originale.
La nostra Ipotesi di ricerca prende origine proprio dal conflitto che nasce dal contrasto tra corpo originale e figura immaginaria, reale ma inconsistente, emblema di un’esistenza ed effimera voluttà d’una condanna.
Andrea Cramarossa
Crediti:
Canto dell’adattamento del testo, allestimento e regia: Andrea Cramarossa.
Canto della scena: Giovanni Di Lonardo, Federico Gobbi, Domenico Piscopo.
Progetto di ricerca con il sostegno di OTSE – Officine Theatrikès Salento Ellàda.
Teatro delle Bambole nasce a Bari nel 2003 con la provocazione (in) formale di dare spazio alle voci dell’Arte attraverso lo studio e lo sviluppo di un Nuovo Metodo di Approccio all’Arte Drammatica. Inizialmente come Manifesto Culturale, il Teatro delle Bambole si ispira al lavoro sul suono di Gisela Rhomert (Metodo Lichtenberger® Institut für angewandte Stimmphysiologie) e al Orgien-Mysterien-Theater (Teatro delle Orge e dei Misteri) dell’artista austriaco Hermann Nitsch, massimo esponente dell’Azionismo viennese.
Il fondatore e ideatore è l’attore e regista Andrea Cramarossa che, dopo sette anni di intensi studi personali nell’ambito soprattutto della ricerca vocale, del suono e della voce applicata al canto e al parlato (sul rapporto tra suono e corpo, voce e persona, musica e personaggio), teorizza in via sperimentale un approccio all’arte drammatica mediante l’uso e la conoscenza del suono.
La produzione artistica è raccolta nell’archivio “Andrea Cramarossa – Teatro delle Bambole” custodito dalla Fondazione Morra – Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive e consultabile presso “Casa Morra – Archivio d’Arte Contemporanea” di Napoli.
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