APTICA un progetto DEHORS/AUDELA
Residenza Artistica Armunia dal 24 al 31 ottobre 2022
prova aperta il 29 ottobre
APTICA
un progetto DEHORS/AUDELA
Aptica è il secondo frammento del progetto Aporie, nato nel 2019 grazie al sostegno del CNDC La Briqueterie di Parigi. È il frutto di una serie di esperimenti, adattamenti e sospensioni temporali, che, grazie alla co-produzione di Gruppo e-Motion e Teatri di Vetro Festival, hanno attraversato diversi luoghi e formati (Armunia, Teatri di Vetro, Florian Meta-Teatro, Anghiari Dance Hub). Superfici, ovvero luoghi in cui avviene il contatto, possibili interfacce di pubblica intimità, ma anche strumenti concettuali per comprendere il posto della materialità nel nostro
presente. Con Aptica1 proviamo a collocarci nello spazio infrasottile2 tra pelle e abito, il tessuto che separa e contemporaneamente connette, dissolvendo la distinzione tra interno ed esterno, a favore di uno spazio condivisibile e comunitario. Una materialità che non riguarda i materiali ma la sostanza delle relazioni che ospita e di cui sedimenta le tracce. La superficie come mutevole deposito di narrazioni visive. Percezione aptica, pelle, abito, ma anche pudore, sono qui elementi votati ad una possibile riattivazione delle sfera alogica della coscienza, quel trattenersi e saper sostare nell’erotismo del dondolio.
Condizione fondamentale all’origine del pudore è un certo “squilibrio”, dato dalla compresenza di direzioni opposte, un ingorgo di pulsioni e un conseguente andamento oscillatorio. Le increspature della texture dell’abito trattengono il ritmo interiore avvicinandosi ad una pausa non immobile, per osservare quali forme, quali corpi, possano generarsi.
STRUTTURA
Immaginiamo il lavoro diviso in due parti, che suggeriscano due diverse attitudini dello sguardo. Nella prima l’occhio vorrebbe avvicinarsi, scorre lungo le figure, ricerca i dettagli del movimento, seleziona porzioni d’immagine, vorrebbe andare a vedere là dove lo sguardo ci è negato. Qui la tensione dell’azione è trattenuta, implosa e vive nel minimo dei gesti. Nella seconda parte c’è un’apertura del campo visivo, le figure si aprono, ampliando ulteriormente le possibilità di abitare lo spazio tra il tessuto e la pelle, in un fare pratico. Il doppio significato della parola “abito”, intesa anche come verbo, aggiunge qui un’ulteriore livello di stratificazione nell’ azione, che edifica un sistema di tensostrutture instabili, in fase di continua rottura. La tensione intima viene portata all’esterno, diventando piano di relazione fisica tra i corpi e lo spazio.
APTICA
un progetto DEHORS/AUDELA
concept Salvatore Insana, Elisa Turco Liveri
coreografia Elisa Turco Liveri
con Alice Ruggero, Andrea Sassoli, Cecilia Ventriglia
partitura visiva e sonora Salvatore Insana
con il sostegno in residenza di Mediterrean Dance Center Zagreb, Fienile Fluò
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