ICE_CREAM Giselda Ranieri: nuovo progetto 2023-24
Residenza Artistica Armunia dal 17 al 31 marzo 2023
ICE_CREAM
Giselda Ranieri: nuovo progetto 2023-24
Progetto
Un duo coreografico tra voce e movimento che indaga le forme del riso e del pianto. Il titolo gioca volutamente in modo ambiguo tra l’affermazione I scream (io urlo) e l’oggetto ice cream (gelato) che richiama ironicamente al verbo portatore della poetica del lavoro: lo scioglimento formale ed emotivo. Un’opera che esplora nella struttura del duo le variazioni iconografiche che si situano tra la risata e il gemito e come le configurazioni plastiche tra questi due stati opposti possano assumere diverse interpretazioni a seconda dei fattori culturali.
Posta all’intersezione tra psiche e corpo, individuale e sociale, divino e diabolico, la risata può essere un approccio filosofico alla vita, uno strumento di indipendenza per gestire le assurdità della vita, un medium per esprimere emozioni conflittuali; spesso, è stata un terreno di comunicazione ambiguo e sospetto. Quando il riso si trasforma in pianto, diciamo “ridere fino alle lacrime”.
Anche il pianto incanala emozioni complesse: si piange di gioia, si piange per rilasciare una tensione troppo intensa come può avvenire dopo un orgasmo o per commozione di fronte alla bellezza che ci può offrire la vita. Il pianto si può trasformare in sorriso e persino in risata nello scarto di un momento, nell’attimo di un’epifania, facendoci prendere una distanza consapevole dalla realtà.
Attraverso elementi caratterizzanti la mia scrittura (musicalità della composizione, ironia del gesto danzato, densità della forma in trasformazione, vocalità espressiva) il mio interesse è costruire una partitura coreografica e musicale capace di far scaturire tutta la potenza dell’ambiguità tra questi due poli. Il lavoro finale sarà un melting pot emozionale danzato, sussurrato, urlato tra risate e pianti.
Approccio coreografico
In ICE_CREAM continuo la creazione di opere coreografiche con una drammaturgia “a strati” ossia costruita su più̀ livelli: una partitura visiva che si svela attraverso l’ausilio anche giocoso del video/device in scena; una partitura sonora che si fa intreccio tra la presenza musicale e l’azione scenica ma presente anche come voce ossia testo e vocalità; la testualità corporea che si rivela attraverso l’azione gestuale danzata e le immagini in trasformazione.
Quello che mi interessa della dicotomia riso/pianto è quella zona grigia che si posiziona nei passaggi di stato: l’ambiguità̀ che permea la trasformazione di categoria, lo spostamento drammatico o ironico di significato tra questi due opposti. Il mio interesse è esplorare quel locus dove i confini si sciolgono.
Lo farò componendo una coreografia che gioca con il corpo, le sue forme e la vocalità̀ in linea (o in contrasto) con quelle forme. Lavorerò̀ sia sull’iconografia della risata e del pianto richiamando esempi tratti dalla classicità̀ (come ad esempio: Democrito il Pensatore), al cinema contemporaneo (Joker) fino al nostro quotidiano. Un lavoro ispirato, come altri in precedenza, dai miei interessi antropologici verso l’essere umano e la sua capacità espressiva e comunicativa: la celebrazione di un corpo in grado di parlare una lingua che non necessita di lemmi per essere compresa.
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