TRACCE | LOOKING FOR A PLACE TO DIE di e con Sara Capanna, Barbara Carulli, Michele Scappa
Residenza Artistica Armunia dal 23 al 29 maggio
Tracce | Looking for a place to die
di e con Sara Capanna, Barbara Carulli, Michele Scappa
musiche originali di Joaquín Nahuel Cornejo
luci di Paolo Pollo Rodighiero
co-produzione Company Blu e Anghiari Dance Hub
SINOSSI
Quella che sono stata una volta non si ricorda più di quel che sono adesso […] parlatemi della morte, della fine di tutto, affinché io senta una ragione per ricordare…
(Il marinaio, F. Pessoa)
Tre corpi si (con)formano in figure, che sfuggono all’accecamento luminoso esponendosi al buio. Il loro è un luogo altrove, dove il presente, che potrebbe essere già stato o che potrebbe esistere, può solo essere ricordato o immaginato. Tracce | Looking for a place to die è un viaggio alla ricerca di un con-vivere e di un con-morire: una crisi attraversabile con il gioco della matassa, descritto da Donna Haraway, “tramite grovigli e zigzag che necessitano di passione e di azione, di momenti di stasi e di mosse improvvise, di ancoraggio e di slancio”.
PROGETTO IN RESIDENZA
Le tracce sono degli indizi di uno stato precedente, delle piccole quantità residue, dei segnali che permettono di ricostruire una traiettoria. Possono essere cercate, trovate, lasciate, percorse e ricordate. Sebbene ogni traccia sia unica e originale, ciascuna di esse ha la caratteristica di essere inevitabile.
Queste prime riflessioni sul termine ‘tracce’ hanno orientato lo sviluppo di una qualità corporea verso una gestualità anarchica, che fosse pronta a fare, disfare e, dunque,trasformare le norme regolatrici dell’architettura (spaziale e temporale) entro la quale si sarebbe sviluppata la danza. Una danza che vive nell’istante, che potrebbe essere già stata o che potrebbe esistere, che può solo essere ricordata o immaginata. Come durante un sogno, i corpi si (con)formano mantenendo uno stato duplice di attività e passività, di
consapevolezza e non premeditazione.
Portare l’attenzione sul sentire corporeo in relazione a tutto quello che questo evento può attivare, può scatenare una crisi. Proprio come si evince dalla sua etimologia greca (krísis: scelta, decisione), la crisi è una condizione di instabilità e rottura che trova risoluzione in una decisione. I corpi danzanti, mettendo in discussione i propri punti fermi e distaccandosi da ciò che è a loro noto, vivono una crisi: una continua ricerca di senso e consenso di
movimento che passa attraverso la scelta. Guardarsi e lasciarsi guardare sulla soglia,
perdersi, scoprirsi e ritrovarsi.
Nel tentativo di svincolarsi dalla convenzione secondo la quale si illumina ciò che deve essere visto, vengono abitati i margini e i confini – dei ‘vuoti polverosi’-, attraverso differenti ritmicità.
Tracce | Looking for a place to die è un atto estremamente vitale, è la costante generazione di nuove possibilità, sulle quali si può far luce solo stando nel buio, proprio come il forte bagliore emanato dalla morte di una stella.
Durante la settimana di residenza i tre artistə, co-autorə del progetto Tracce, svilupperanno questi nuclei tematici emersi durante le prime fasi del lavoro, sia dal punto di vista coreografico e corporeo sia da quello tecnico. Inoltre, è prevista la presenza dei collaboratori Joaquín Nahuel Cornejo e Paolo Pollo Rodighiero per portare avanti la ricerca relativa all’interazione con la musica e la luce, che riveste un ruolo centrale all’interno del processo creativo.
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