Teatro per le famiglie. Una ricca programmazione con spettacoli e laboratori
L’articolata programmazione della neonata fondazione Armunia concentra la sua attenzione anche sulle famiglie con un’offerta variegata a più livelli, dai numerosi laboratori, ai progetti specifici per le scuole agli spettacoli dedicati. Il primo appuntamento in teatro è domenica 30 gennaio, ore 16 al Teatro Nardini di Rosignano M.mo con Cappuccetto Rosso! di Zaches Teatro. Una voce riecheggia nel silenzio… Il bosco luogo di mistero e fascino, di tentazione e di trasgressione, il bosco nasconde e rivela, ed è proprio per questo che permette la disubbidienza: lontano dagli occhi materni che sorvegliano, i bambini trasgredendo affrontano pericoli e rischi, ovvero le proprie paure. I draghi possono essere uccisi o addomesticati, ma bisogna in ogni caso conoscerli, esattamente come ognuno di noi deve fare, bambino o adulto che sia, per superare le proprie paure. Perché coraggioso non è chi non ha paura, ma chi decide di non sottrarre il proprio sguardo davanti ad essa. Lo spettacolo è consigliato dai 4 anni. Regia, drammaturgia, coreografia Luana Gramegna con Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco, Enrica Zampetti, voce narrante Luana Gramegna. Lo spettacolo è finalista In-Box Verde 2019. L’intento di Zaches Teatro è indagare il connubio tra differenti linguaggi artistici: la danza contemporanea, i mezzi espressivi del teatro di figura, l’uso della maschera, la sperimentazione vocale, il rapporto tra movimenti plastici e musica/suono elettronico dal vivo. Il giorno precedente lo spettacolo, sabato 29 gennaio alle ore 17, sempre al Teatro Nardini si terrà il laboratorio di preparazione alla visione dello spettacolo. Da alcuni anni la compagnia Zaches Teatro cura la preparazione alla visione per i propri spettacoli, con laboratori rivolti alle scuole e agli interessati, in particolare rispetto al progetto Trilogia della Fiaba, composto dagli spettacoli Pinocchio, Cappuccetto Rosso e Cenerentola. Questo percorso permette di approfondire non solo i temi e i linguaggi degli spettacoli stessi, ma anche il mondo della fiaba nel suo complesso, dando spunti di riflessione a approfondimento adatti a grandi e piccoli. Il laboratorio è destinato alle famiglie (adulti e bambini a partire dai 5 anni) e a tutti gli interessati al tema della fiaba e al lavoro della Compagnia. Si tratta di un breve percorso teorico-pratico che offre la possibilità di approfondire i temi e i linguaggi scenici connessi allo spettacolo. Il laboratorio è diviso in due parti: durante la prima parte si stimoleranno i partecipanti ad una riflessione condivisa e dialogica attorno al tema della Fiaba, della sua origine e della sua funzione sociale, per poi approfondire i temi legati alla fiaba specifica. L’intento è dare strumenti di lettura e facilitarne così una visione consapevole, più profonda e critica. Durante la seconda parte si introdurranno invece i linguaggi scenici usati dalla Compagnia per mettere in scena la fiaba, ovvero i mezzi espressivi del teatro di figura (ombre, pupazzi, marionette, maschere). Adulti e bambini avranno modo di costruire piccoli oggetti o silhouette con cui potranno sperimentare il gioco delle ombre, ispirandosi alla fiaba stessa. Il numero massimo di partecipanti è 20 (tra adulti e bambini) e la durata è di circa 1.30h. Gli Zaches torneranno anche con la messa in scena di Cenerentola e con il relativo laboratorio, rispettivamente domenica 27 marzo ore 16 e sabato 26 marzo ore 17, al Teatro Nardini, anche questo laboratorio è destinato alle famiglie (adulti e bambini a partire dai 5 anni). La scena di Cenerentola, realistica e simbolica insieme, è occupata da un grande focolare pieno di fumo e fuliggine: uno spazio scarno e cinerino, pieno di carbone, abitato da presenze magiche, le Cenerine, attraverso cui viene narrata la storia di Cenerentola. Ma più che una storia sulla ricerca del principe azzurro, la Cenerentola di Zaches Teatro è una fiaba iniziatica in cui la difficile strada per la maturità passa attraverso il distacco dal passato, in uno spettacolo vorticoso e pieno d’invenzioni, animato di strane presenze tra il buffo e il grottesco, dal forte impatto visivo. Domenica 13 febbraio alle ore 18, al Teatro Nardini, Teatro Sotterraneo porta in scena ATLANTE LINGUISTICO DELLA PANGEA (concept e regia Sotterraneo) in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini, con la scrittura di Daniele Villa. Nel mondo esistono “parole intraducibili”, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi: in giapponese tsundoku significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”; in bantu la parola ubuntu significa “posso essere una persona solo attraverso gli altri e con gli altri”. Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e culturospecifici al tempo stesso – e ha dialogato online con altrettanti parlanti madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza. Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica. L’intero spettacolo inoltre è attraversato dall’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni Covid, che da pure restrizioni si trasformano in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità, ora che la nostra specie è posta di fronte alla necessità di cooperare davvero su scala globale. Teatro Sotterraneo si forma come gruppo di ricerca teatrale composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti. Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Sabato 19 marzo, alle 16 sarà in scena per le famiglie KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE di e con Teatrodelleapparizioni, tratto dal romanzo Kafka y la muñeca viajera di Jordi Sierra i Fabra, adattamento e drammaturgia Valerio Malorni e Fabrizio Pallara che cura anche la regia, protagonisti Desy Gialuz e Valerio Malorni. Un pomeriggio del 1923, in un parco, a Berlino, Franz Kafka ritroso scrittore ancora non raggiunto dalla fama s’imbatte in una bambina disperata perché ha perso la sua bambola. Questo incontro inaspettato rappresenta lo spunto per l’ultima opera del grande scrittore, un’ispirazione. Ventuno giorni e tante lettere per immaginare un’altra verità: la bambola non è andata perduta, è partita per un lungo viaggio in giro per il mondo. Così Kafka s’inventa “postino delle bambole”. Della bambina nessuna traccia, degli scritti nemmeno, ma Jordi Sierra i Fabra, autore catalano, prova a ricostruire – nel suo romanzo Kafka y la muñeca viajera (Kafka e la bambola viaggiatrice) – cosa potrebbe essere accaduto, a riempire i buchi di quella strana e misteriosa vicenda, regalando ai lettori un piccolo libro prezioso e intenso. È una storia adulta che parla di nostalgia, inquietudini, vita che corre via, dell’infanzia che dice di stupori, di occhi aperti sul mondo, di vita che arriva tumultuosa e piena. È il racconto delle separazioni e dell’abbandono, di come si impara a stare dentro al cambiamento, e di quanto si possa raccogliere dagli incontri, anche i più inattesi. Un incontro tra umanità, tra condizioni diverse, diversi tempi della vita, ma dentro un’esperienza che appartiene a tutti: crescere, cambiare, lasciar andare. Uno spettacolo per adulti e bambini dai 7 anni. Venerdì 25 marzo, con una doppia replica alle ore 18 e alle ore 21, nella Sala del Camino a Castello Pasquini, Castiglioncello, l’Associazione Cantharide presenta AMORE E PSICHE, una lettura scenica rivolta ai giovani della scuola secondaria di secondo grado (14-19 anni) e a tutti gli adulti curiosi di conoscere ‘La favola’ che sta all’origine del desiderio d’amore. tratto da La favola di Amore e Psiche di Apuleio di e con Angela Antonini, Elena Galeotti. Le voci Oracolo e Cupido sono di Gianluca Balducci, le chitarre sono di Simone Marcandalli e Gianluca Balducci e il canto di Riccardo Marchi. Questa la prima tappa del viaggio di due zingare che della Favola di Amore e Psiche conoscono vita, morte e miracoli; ad ogni incontro svelano a spettatori nuovi particolari. La famosa favola di Apuleio sappiamo che deriva da una serie di racconti orali precedenti. Dai versi dei poeti ellenistici alle tracce ritrovate nelle terre bagnate dal Mediterraneo, dalle terre della grande Africa e ancora più lontano nel tempo e nello spazio ci sono echi provenienti dall’altopiano iranico giù fino all’India. In un modo o nell’altro, una ragazza va in sposa a un essere misterioso che incontra soltanto di notte. Lei Psychè, Farfalla in virtù del suo ciclo vitale, metafora perfetta del formarsi della vita, lui Eros, buio e luce, poi grande volo; inseparabili. Forse sono stati proprio gli zingari, nel loro vagabondare e nel ruolo di narratori professionisti che gli è proprio, a trasportare nei vari paesi questo racconto, adattandolo alla loro esperienza di vita. Sabato 2 aprile alle ore 21 e domenica 3 aprile alle ore 16, nella Sala del Camino, Castello Pasquini, Roberto Abbiati presenta LA VERA MAMMA DI ULISSE con Ilaria Marchianò. Il testo è del bambino Benjamin Auf der Heyde e di Roberto Abbiati. Voce recitante, regia di Roberto Abbiati. Le avventure e le disavventure raccontate da un Ulisse bambino alla Euriclea, la sua tata. C’era una volta un bambino appassionato di mitologia che amava l’Odissea e sapeva raccontare la storia di Ulisse come fosse una favola. Un giorno quel bambino racconta di questa sua passione a Roberto Abbiati, che ha conosciuto a Rosignano, dove l’artista spesso si ferma in residenza per lavorare ai suoi spettacoli. Roberto Abbiati s’incuriosisce e lo ascolta, resta affascinato da quel suo modo di raccontare e decide di registrarlo. Chissà…poi riascolta la registrazione e dal quel racconto escono frasi che solo l’immaginazione di un bambino può creare. Frasi che raccontano tutto un mondo, che talvolta fanno venire in mente un linguaggio che ricorda Giovanni Testori, racconta la storia di Ulisse narrata dalla sua nutrice Euriclea, “la Clea”. Roberto Abbiati è il regista di questo spettacolo nato dalle parole registrate del racconto del bambino, Benjamin Auf der Heyde che è anche la voce recitante dello spettacolo, protagonista è la giovane attrice Ilaria Marchianò, uno sguardo furbo e una gestualità che ricorda quella di Abbiati, quasi ne fosse una versione al femminile. Sabato 9 aprile, alle 16 al Teatro Nardini, vanno in scena gli Esercizi di fantastica. Omaggio in danza alla fantastica di Gianni Rodari. Spettacolo di teatrodanza tout public di Sosta Palmizi, consigliato per bambini dai 4 anni (durata 50 minuti) da un’idea di Giorgio Rossi, una creazione di Elisa Canessa, Federico Dimitri, Francesco Manenti, Giorgio Rossi, con Elisa Canessa, Federico Dimitri e Francesco Manenti. Una casa grigia. Tre personaggi grigi. Annoiati, scialbi e obnubilati dal mezzo tecnologico, si muovono come prigionieri di un meccanismo prestabilito, il loro sguardo è sempre rivolto agli schermi. Ma ecco arrivare un elemento inaspettato! Una farfalla sposterà il loro sguardo altrove e la casa diventerà teatro di nuove avventure e di trasformazioni. Un crescendo di emozioni e peripezie in cui i tre personaggi riscopriranno finalmente il potere della fantasia, in un continuo gioco a liberare i corpi e le menti. Esercizi di fantastica racconta, con il linguaggio della danza e del movimento, il potere dell’immaginazione che trasforma cose e persone in qualcosa di sempre inaspettato e straordinario. Gli autori sono stati ispirati dall’idea di “Fantastica” dello scrittore Gianni Rodari. Vicino al surrealismo degli anni ’50 e ispirandosi all’opera di Alfred Jerry e alla sua patafisica (la scienza delle soluzioni immaginarie), Rodari affermava infatti l’esistenza di una Fantastica in totale contrapposizione alla Logica.
(la foto è di Guido Mencari da Cappuccetto Rosso di Zaches Teatro)