IMMIGRATO A CHI?
Comunicato Stampa
Prosegue il percorso di Armunia iniziato nell’estate del 2017 con progetti che hanno come tema centrale quello dell’integrazione culturale in senso lato, intesa come fragilità e potenzialità da riconoscere e sviluppare. Armunia partecipa attraverso la condivisione di pratiche e l’interazione con tre artiste, al percorso di interculturalità, Immigrato a chi?? promosso dall’Informagiovani di Rosignano Marittimo in collaborazione con Arci Bassa Val di Cecina e Oxfam che gestiscono l’accoglienza di immigrati. Le coreogafe e danzatrici Gisela Fantacuzzi e Silvia Gribaudi e l’attrice e performer Ilaria Drago da marzo a maggio, terranno laboratori sull’espressione corporea per guidare i partecipanti alla scoperta delle potenzialità del corpo in rapporto al proprio vissuto e al tessuto sociale. Un processo che trova la sua forza attraverso l’abbattimento del pregiudizio sia sociale che culturale, attraverso la conoscenza e lo scambio. I giovani e le giovani migranti(circa 40 tra ragazzi e ragazze in età compresa tra i 18 e i 25 anni) sono seguiti sul territorio dalle associazioni Arci Bassa Val di Cecina e Oxfam, e grazie al percorso di interculturalità “Immigrato a chi?”, stanno svolgendo attività formative finalizzate a garantirne il diritto all’istruzione e la piena integrazione sociale. Per questo da ottobre 2017 il percorso li coinvolge attivamente, incoraggiando la loro creatività ed autostima con laboratori e iniziative pubbliche, a fianco di associazioni e cittadini, per contribuire a creare una comunità inclusiva e coesa. Da martedì 13 marzo fino a sabato 17 marzo, dalle ore 10 alle 13, la danzatrice e coreografa Gisela Fantacuzzi lavorerà con questi ragazzi sul tema Il Corpo Attraversato. Un percorso guidato per sviluppare le potenzialità del movimento, passando dalla delicatezza dei processi motori all’auto-organizzazione del corpo e della sua sensibilità. In ascolto con le memorie e le suggestioni del luogo in cui si agisce e dello spazio circostante. Durante gli incontri i partecipanti attraverseranno le loro potenzialità latenti per scoprire le infinite possibilità dell’improvvisazione e della ricerca artistica. Una creazione che sarà in puro dialogo sensibile con gli stimoli che propongono l’architettura e le memorie dei luoghi scelti dai partecipanti o dall’organizzazione. Un percorso guidato per sviluppare le potenzialità del movimento passando dalla delicatezza dei processi motori all’auto-organizzazione del corpo e della sua sensibilità. In ascolto con le memorie e le suggestioni. Al laboratorio parteciperanno le studentesse del liceo coreutico di Livorno, studenti di altri istituti, cittadini, adolescenti e le immigrate e gli immigrati che partecipano al progetto. Da lunedì 23 a giovedì 26 aprile, dalle 10.00 alle 12.30, Silvia Gribaudi coordinerà il laboratorio La Grazia. il percorso artistico di Silvia Gribaudi si avvale del costante confronto e inclusione del tessuto sociale- culturale in cui agisce. Il linguaggio artistico che indaga, nasce dal corpo e dalla comicità cruda ed empatica, espressione coreografica di un vocabolario che trasmette i conflitti e le contraddizioni dei corpi contemporanei. Anche a questo laboratorio parteciperanno le allieve del liceo coreutico di Livorno, le signore over 60 che hanno partecipato ai precedenti progetti artistici condotti da Silvia Gribaudi ad Armunia, le operatrici, donne immigrate e studenti. L’appuntamento conclusivo sarà con Ilaria Drago dal 9 al 12 maggio (incontro da definire) dal titolo Migrazioni_cambiare la fine. Ilaria Drago, attrice fisica che rende corpo la sua stessa parola, offrirà un’ anticipazione e piccole schegge del suo nuovo lavoro su “Antigone” , presentando il suo palcoscenico – installazione, presso un capannone industriale in località Le Morelline. L’intero percorso sarà documentato attraverso fotografie e riprese, che verranno raccolte in un prodotto finale a cura del laboratorio di comunicazione della fondazione ARMUNIA. L’intero percorso nasce dall’esigenza di realizzare interventi rivolti a minori e giovani di paesi terzi, per sostenerli nel loro processo di crescita personale e di integrazione sociale.