Doppelgänger di Abbondanza- Bertoni- Lupinelli, prodotto da Armunia è il miglior spettacolo di danza del 2020 e 2021.
Doppelgänger. Chi incontra il suo doppio, muore, lo spettacolo di Michele Abbondanza Antonella Bertoni Maurizio Lupinelli prodotto dalla Compagnia Abbondanza/Bertoni, Armunia/Festival Inequilibrio, Nerval Teatro, nato in residenza ad Armunia, protagonista Francesco Mastrocinque, attore del Laboratorio Permanente di Nerval Teatro ad Armunia, in scena con il danzatore Filippo Porro, ha vinto il Premio Ubu come miglior spettacolo di danza 2020-21. L’Oscar del teatro italiano giunto alla 43esima edizione, dopo molti anni al Piccolo Teatro di Milano, con cui mantiene un legame storico, è approdato a Riccione lunedì 13 dicembre, per un’edizione speciale in omaggio, nel decennale della morte, al fondatore Franco Quadri, figura cardine per il Premio UBU e per la storia del Premio Riccione di drammaturgia. A ospitare la serata, trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3-Radio3Suite, sono stati gli spazi appena rinnovati del Cocoricò, club di culto dagli anni Novanta a Riccione, “per una connessione tra gli universi immaginifici della notte”, con ospiti musicali come Diodato e Rodrigo D’Erasmo e la conduzione di Graziano Graziani e dell’attrice Chiara Francini che presentando la serata l’ha definita come “la più grande festa del Teatro Italiano”. Attribuiti dalla votazione di 56 critici e studiosi teatrali italiani, gli Ubu si compongono di 17 categorie, dallo Spettacolo dell’anno ai Premi Speciali, dal Premio alla carriera a quello di Migliore spettacolo di danza. Allo scopo di tenere vivo lo spirito del Premio, ideato e realizzato nel 1978 da Franco Quadri (1936- 2011), l’Associazione Ubu per FQ, che lo cura dal 2012, ha documentato la Stagione di riferimento in un database che raccoglie oltre 600 spettacoli prodotti in Italia tra settembre 2019 e agosto 2021 (questa edizione tiene conto di due stagioni teatrali, per colmare la lacuna del 2020 dovuta alla pandemia). È sulla base di questo censimento di spettacoli che si svolgono le votazioni dei Premi Ubu, unici riconoscimenti teatrali attribuiti completamente tramite referendum. La consultazione procede in due fasi: l’invio delle preferenze da parte di ogni critico invitato a votare, poi il ballottaggio che decreta i vincitori. Tre parole per commentare questo premio da parte di Armunia dei suoi condirettori Angela Fumarola e Fabio Masi e iniziano tutte con la C: Caparbietà, Connessioni, Cura. La caparbietà è stata quella di Armunia e di Maurizio Lupinelli nell’aver iniziato un percorso 20 anni orsono con un obiettivo preciso: creare un progetto culturale di inclusione sociale con persone diversamente abili del territorio della bassa Val di Cecina. Un Laboratorio Permanente che offre ad un gruppo di persone, che vivono esperienze di gravi patologie e di forte marginalità, la possibilità di incontrare e condividere pratiche teatrali. Una straordinaria esperienza di integrazione, con l’opportunità per queste persone, di conquistare autonomie nuove e l’occasione per sperimentare modalità comunicative inesplorate, che hanno permesso loro di arrivare a risultati artistici di grande rilievo, riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Alla base di tutto questo la consapevolezza del valore artistico del lavoro con queste persone speciali, che mostrano una ricchezza espressiva abitualmente nascosta e fanno germogliare forme di teatro e sperimentazione nuove. Le connessioni sono quelle che si sono create tra i partecipanti al laboratorio con il regista Maurizio Lupinelli e con l’attrice Elisa Pol, ma anche con gli artisti residenti ad Armunia che hanno scelto di “attraversare” il progetto. E le connessioni ci sono state soprattutto tra gli stessi Lupinelli e Pol che si sono confrontati con le altre compagnie residenti, nel caso specifico la compagnia Abbondanza Bertoni, decidendo di mettere a confronto i loro due nuclei artistici, molto differenti tra loro, che però si sono incontrati nel solco tra arte e diversità, portando reciprocamente la propria esperienza e poetica della scena. La cura, terza e non ultima, è la parola che ha sempre guidato in questi 25 anni di attività, Armunia. La cura è quel lavoro spesso invisibile che c’è dietro un’artista, nell’accompagnarlo durante tutto il suo percorso, nel sostenere la sua opera condividendone il progetto, nella complessità delle relazioni. La cura è l’invisibile che c’è dietro un artista e dietro le sue fragilità. Un percorso lungo, spesso tortuoso, che finalmente oggi trova il suo riconoscimento e conferma nella convinzione che a vincere devono essere sempre e comunque gli artisti.