A teatro con la letteratura italiana del 900. Tra il teatro Nardini e il Castello Pasquini gli appuntamenti con Svevo e Calvino con la compagnia Oyes e Claudio Morganti

Armunia dedica 5 appuntamenti, da mercoledì 1 a domenica 5 dicembre, per riscoprire i grandi autori della letteratura italiana del 900, attraverso due romanzi: La coscienza di Zeno di Italo Svevo e Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, due classici della letteratura italiana contemporanea.

Il primo appuntamento è mercoledì 1 dicembre alle 18:00, al teatro Nardini di Rosignano, con la prova aperta della messa in scena teatrale de La coscienza di Zeno a cura degli Oyes. La compagnia concentra da sempre la sua ricerca lungo un percorso che sviluppa drammaturgie originali, in un confronto continuo con i grandi autori classici e contemporanei. In residenza ad Armunia, la compagnia presenterà al pubblico il percorso intrapreso per arrivare alla messa in scena del romanzo più importante di Italo Svevo. Il resoconto di un viaggio nell’oscurità della psiche, nella quale si riflettono complessi e vizi della società borghese, le sue ipocrisie, i suoi conformismi e insieme la sua nascosta, tortuosa, ambigua voglia di vivere. L’inettitudine di vivere, l’eros come evasione e trasgressione, il confine incerto tra salute e malattia divengono i temi centrali su cui si interroga Zeno Cosini nelle pagine che segnarono l’inizio di un modo nuovo di intendere la narrativa. Considerato il primo romanzo “psicoanalitico” della nostra letteratura, La coscienza di Zeno è un’opera rivoluzionaria che interpreta magistralmente le ansie, i timori e gli interrogativi più profondi di una società in cambiamento. Il giorno seguente per 3 sere e un pomeriggio nella Sala del Camino a Castello Pasquini, a Castiglioncellogiovedì 2. Venerdì 3 e sabato 4 dicembre alle ore 21:00 e domenica 5 dicembre ore 18, uno degli attori più amati della scena contemporanea, Claudio Morganti leggerà Il sentiero dei nidi di ragno, primo romanzo scritto da Italo Calvino nel 1947, che come scrisse lui stesso nella prefazione “Al tempo in cui l’ho scritto, creare una ‘letteratura della Resistenza’ era ancora un problema aperto, scrivere ‘il romanzo della Resistenza’ si poneva come un imperativo…” La storia è vista dagli occhi d’un bambino, restando in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma che ne rende il colore, l’aspro sapore, il ritmo. Claudio Morganti legge e interpreta questo romanzo perché come spiega lui stesso “La forza dell’evocazione. Il teatro è anche (e forse soprattutto) evocazione. E l’atto del leggere la pretende. Leggere pretende evocazione. Quando recitiamo, il più delle volte ci accontentiamo di far bella mostra di noi stessi e della nostra presunta “bravura”. Mentre invece, quando leggiamo, dobbiamo semplicemente sparire in favore dell’apparire di qualcosa più grande di noi, tutto qui. Se leggendo Il sentiero dei nidi di ragno riuscirò a far vedere e sentire quel che io vedo e sento mentre leggo, avrò compiuto un atto che ha a che fare in maniera importante con il concetto di teatro.”

A cura di:
Elisabetta Cosci

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