VACUUM di e con Ilenia Romano
Residenza Artistica Armunia dal 1 al 10 febbraio 2023 – Auditorium Danesin Rosignano Marittimo
VACUUM
La conquista del vuoto
Concept, Coreografia, Danza: Ilenia Romano
… Mi inquietavano quella impressione di vuotezza, quel corpo senza espressione, quel muoversi quasi senza volontà, quello sradicamento strano in un personaggio così amato e così desiderato… a differenza di tutte le altre
grandi protagoniste della tragedia (penso a Medea, Ecuba, Fedra, Cassandra…) Elena si sottraeva, sfuggiva… e non aveva parole, almeno non parole che riuscissero finalmente a darle un volto: l’espressione di un volto, non solo la bellezza acclarata da tutti. Si aveva l’impressione che non Elena esistesse, ma le reazioni degli altri, le immagini degli altri, i racconti degli altri, i comportamenti degli altri in suo nome.
(Patrizia Politelli, Elena. Laddove la parola manca)
L’assenza apparente di un Essere dal sentire sfocato che urla forte nel silenzio di un uovo. Una gestazione muta, faticosa, perenne. Un parto non avvenuto. Una Parola non emessa. Quale assenza canta il cigno, quale presenza manca al coraggioso tentativo, aggraziato o maldestro, di spiccare il volo radicandosi in un profondo vuoto. Cosa riempie l’anima, cosa svuota il corpo, e viceversa. Si vive così, si sopravvive, con strategie elaborate forse nel corso delle numerose vite; si mettono in atto inganni creando illusioni di Bellezza. Si galoppa in sella al “cavallo di Troia”, pieno dei propri ingannevoli eroi, nei luoghi sotto pelle: cose udite, viste, sentite, toccate, provate. Luoghi di battaglie, e di inni alla libertà, di saccheggi e amori bruciati, di domini stranieri e tesori depredati. Luoghi di memorie, luoghi di senso/i.
VACUUM. La conquista del vuoto è un assolo che prende ispirazione dalle mutevoli sfumature del personaggio mitico di Elena di Troia per tracciare una complessa anatomia del femminino tra bestiale e sacro. Elena è una donna ‘irregolare’, contraddittoria, moderna e sorprendente in un mondo prevalentemente fallocentrico. Suscita sentimenti diversi: amore, attrazione, odio, condanna, comprensione. Appare bellissima e pericolosa, in balia degli eventi e di un volere divino contro i quali nulla può. La sua colpa non sta in un atto ma in un non-agire, in un sottrarsi. In nome di lei, allo stesso tempo vittima e ‘oscuro oggetto’ del medesimo desiderio, si compiono stragi e inganni.
Il lavoro vuole essere un’ode a chi oggi non ha la forza di far cantare la propria voce, a chi non si sente mai a casa, a chi fluttua come presenza evanescente in costante vuoto da riempire, a chi cerca il vero sé e una sua collocazione nelle relazioni che costellano la vita, a chi resta fantasma di sé stesso nonostante l’immane sforzo di affermazione. È un gioco sull’annullamento e il rafforzamento di parti di sé, del proprio corpo, del proprio sentire, nel tentativo di sparire e apparire agli occhi degli altri, deformarsi e riformarsi, raffinando virtù innate o
costruite, attuando cambiamenti fisico-estetici e di attitudine che nascono dalla Necessità. È un moto di ricerca, così antico quanto attuale, di (im)possibile e permanente autoliberazione da sé stessi.
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