29/07/22 - 09/10/22
{Evento terminato}

IL POETA D’ORO. Il gran Teatro immaginario di Giuliano Scabia

Mostra dal 29 Luglio al 9 Ottobre

mostra scabia

La mostra Il poeta d’oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia, è la prima grande esposizione dedicata all’artista, poeta e scrittore scomparso nel maggio del 2021. Organizzata dal Comune di Rosignano Marittimo e la Fondazione Armunia, con il patrocinio della Regione Toscana, il sostegno della Fondazione Livorno Arte e cultura e l’ausilio de La casa Usher, la mostra è curata da Andrea Mancini e Massimo Marino ed è allestita nelle sale di Castello Pasquini a Castiglioncello, dove saranno esposte foto, disegni, poesie, pubblicazioni, costumi, oggetti, piccoli pupazzi, totem giganti e cantastorie in ambienti che ricreano le suggestioni poetiche dello scrittore e drammaturgo, arricchiti da contributi video e sonori.

L’esposizione intende mostrare i molti lati dell’attività del poeta, drammaturgo e regista, romanziere, affabulatore ed esploratore dell’immaginario, provando a ricostruirne le idee, le azioni rivoluzionarie e le suggestioni poetiche ed è pensata anche per la fruizione delle scuole che, da settembre, saranno accompagnate nel percorso alla scoperta del mondo di Giuliano Scabia con visite guidate.

Orari mostra:

29 luglio – 11 settembre dal martedì alla domenica ore 18.00 – 23.00

16 settembre – 9 ottobre dal venerdì alla domenica ore 10.00 – 18.00

INGRESSO LIBERO

La mostra rimarrà chiusa in occasione degli spettacoli del Castiglioncello Festival

In occasione della mostra uscirà il volume di Massimo Marino, Il poeta d’oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia (La casa Usher) che con vari fascicoli fotografici segue l’andamento della mostra e ne fa, liberamente, da catalogo.

Giuliano Scabia (1935-2021) Inizia la sua carriera firmando i testi per La fabbrica illuminata di Luigi Nono dedicata agli operai dell’Italsider di Genova Cornigliano, nel 1965 pubblica la sua prima raccolta poetica, Padrone e servo, conosce Carlo Quartucci e realizza con lui la pièce da cui si fa nascere l’avanguardia teatrale italiana, Zip.

Dagli inizi degli anni Sessanta rompe i canoni della tradizione teatrale, dilatando la scena, praticando un teatro partecipativo che si affaccia in paesi di montagna e di pianura, in quartieri periferici e centri storici di città, in festival internazionali e che con lui arriva a superare i cancelli dei manicomi. Il suo Marco Cavallo (1973), all’interno del quale gli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Trieste inserirono simbolicamente tutti i loro sogni e desideri, diviene così nella storia della psichiatria, simbolo di libertà e di diritti.

Docente per più di trent’anni al Dams di Bologna, dove nei suoi corsi mette alla prova testi, modelli e convenzioni teatrali cercando di capire se funzionavano e come, chiedendo agli studenti e alle studentesse di collaborare alla ricerca, impegnandoli a fondo, ascoltandoli, imparando da loro. (il libro Scala e sentiero verso il Paradiso, pubblicato postumo dalla fiorentina La casa Usher, documenta questo percorso).

Conclude la sua attività didattica nel 2005 anno in cui vince il Premio Speciale Ubu, quale «instancabile reinventore di un immaginario teatrale contemporaneo attraverso l’opera di drammaturgo, raccontatore, compagno di giochi, maestro, non solo ex cathedra, di molte generazioni».

Ha portato il suo teatro, le sue poesie, brani dei suoi romanzi in boschi e in altri luoghi non usuali; per anni ha alimentato un dialogo segreto tra un paese dell’Appennino reggiano, Marmoreto, e un gruppo toscano, quello della Briglia di Vaiano. Ha instaurato un rapporto particolare con il territorio di Rosignano Marittimo, dove ha compiuto alcune “camminate teatrali con poesia” e dove ha rappresentato, a Castiglioncello con persone del luogo, l’ultimo suo testo teatrale, La commedia della fine del mondo.

Quando:
mar, 29/07/2022 ore: 18:00
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