Chi è la Svergognata di Antonella Questa?
Intervista di Elena Pancioli
Antonella Questa con lo spettacolo Svergognata aprirà la prima parte del Festival Inequilibrio 2020. Quest’opera porta in scena tematiche che almeno per un periodo della vita hanno fatto parte di noi. Stiamo parlando dell’essere schiavi dell’immagine e dell’essere desiderati socialmente, tanto da dimenticarci chi siamo e cosa vogliamo da noi stessi. La Questa, con la sua peculiare e sempre presente chiave ironica, ci diverte e ci fa riflettere, presentandoci una serie di personaggi che non potremo fare a meno di amare, quali esseri umani. Forse ci vorremo «un pochino più bene».
Chi è la “Svergognata”? E perché lo è?
Questa è una domanda che giro al pubblico: chi è la vera svergognata? E di che cosa si deve vergognare?
È uno spettacolo che ha le sue radici su Instagram, sul finire del 2011, dove stavo notando la volontà, nell’utilizzo del social da parte degli utenti, di essere guardati e approvati. Pensai che alla fine era così da sempre, nella vita di tutti i giorni, lo sguardo e il giudizio sono sempre stati fortemente presenti in questa società. In più con una protagonista femminile sarebbe risultato tutto più amplificato. E ci tengo a precisare che questo non è teatro al femminile (che non esiste, come non ne esiste uno al maschile), ma è teatro. Io nel mio tratto temi che rilevo dalla società; in questo caso prendo come protagonista una donna che apparentemente ha svolto i doveri che la società le richiede (sposata, con due figli, una donna di servizio, una casa) la quale sta per festeggiare i vent’anni di matrimonio. Poi scopre -e questo è il punto di partenza- una serie di messaggi da parte di donne “svergognate”. Nasce in lei la paura di perdere l’approvazione.
Molto spesso siamo così focalizzati nell’essere persone “per bene” che ci dimentichiamo di guardarci per capire se ci piacciamo e se stiamo facendo quello che vogliamo veramente. A questo non ci pensiamo, spesso nemmeno quando ci crollano questi “mondi” addosso.
Cosa aggiunge l’ironia a tematiche sensibili quali la schiavitù dell’immagine e la desiderabilità sociale?
L’ironia aggiunge una cosa fondamentale: sollevare il giudizio su noi stessi e sugli altri. La rincorro sempre nei miei spettacoli e anche nella vita. Se possiamo ironizzare ci vogliamo un pochino più bene. Siamo umani e nessuno è tutto bianco o tutto nero.
Ci sarà una vera “svergognata” che aiuterà la protagonista a riacquistare uno sguardo su sé stessa. Tutti ci rivediamo in entrambe.
Il tempo di sospensione dovuto alla pandemia come ha influenzato e influito nel tuo lavoro di Attricik?
Sicuramente ha influito a livello umano, personale. Prima mi definivo “attricik a chilometraggio illimitato”, mi spostavo sempre, oggi invece ho imparato che non tutto è una priorità, che una certa qualità della vita è irrinunciabile ossia quella di coltivare i rapporti umani.
Dal punto di vista professionale devo dire che mi ha aiutata molto; ho avuto uno spazio tutto per me in cui ho scritto, studiato, inventato dei format video su Instagram sia divertenti come #QUESTASIAMONOI che educativi come il caso della serie EmpatiZziamo.
Video promo dello spettacolo Svergognata
Sinossi dello spettacolo: pagina ufficiale