Diario di #Inequilbrio22: la prima settimana del festival
di Claudia Caleca
La 22° edizione del Festival Inequilibrio è ufficialmente iniziata. Tra i vari spettacoli e interviste si percepisce la ricchezza di questo Festival che da la possibilità di incontrare e incontrarsi. Ogni artista fa un lavoro personale che qui diventa parte di un progetto più grande, collettivo e comune. Il tema quest’anno è la “sovversione” come atto rivoluzionario sia interiore che esteriore, corporeo e incorporeo.
La prima settimana ha avuto come protagonisti esponenti nazionali e internazionali del teatro e della danza. Svoltosi a Castiglioncello tra martedì 25 e domenica 30 giugno. Il Festival ha indagato le esperienze artistiche più eterogenee e celebrato le possibilità creative di ogni suo portavoce.
L’avventura ha avuto inizio con la prima nazionale di Giuliano Scabia e i suoi particolari personaggi provenienti dalla tragedia comica La fine del mondo nel libro Il lato oscuro di Nane Oca (Einaudi 2019). I coloratissimi costumi dei dinosauri, ideati da Lia Morandini, hanno preso corpo sul palco grazie al lavoro di attori non professionisti che hanno creato una salda e complice compagnia amatoriale. Il primato nazionale è andato anche a Gemma H Carbone e Riccardo Festa con TU ovvero chi è questa stronza?, rilettura della storia d’amore tra Giorgio Fabro, sceneggiatore italiano a New York, e la giovane Lisa Baldwin tratti dal romanzo di Ennio Flaiano Melampus. I due brillanti attori ci hanno coinvolti in un viaggio verso la profondità di un mondo seppellito dalla modernizzazione che li ha trasformati in un cane e un dominatore. La rappresentazione inoltre non ha tralasciato i contatti diretti e vivaci con lo spettatore, le risate condivise e le immedesimazioni profonde. Rilevante è stato il contributo di Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia che hanno inscenato Tre stanze – I sovversivi, tre momenti della vita artistica dei due attori in uno spazio di estrema intimità col pubblico. Anche Marcello Sambati ha portato in scena l’Atlante dell’attore solitario in prima nazionale, l’esperienza di un soggetto scarnificato impossibilitato ad affermarsi nella specie umana. La riflessione sull’uomo e sulla quotidianità ha abbracciato il lavoro di Elisa Pol e Valerio Sirna che hanno inscenato I giardini di Kensington evocando un flusso temporale indefinito con elementi inaspettati ed in continua trasformazione. Leviedelfool è salito sul palco con YORICK Reloaded un’opera che riflette sul non visibile, su ciò che si nasconde alla ragione umana e che riemerge nei sogni. Roberto Abbiati ha rappresentato lo studio Circo Kafka dove lo spazio scenico diventa un surrogato di circo. Infine, primato nazionale è andato anche ad Antonella Questa e Luca Scarlini con La beffa, la cena: un duello di parole una conferenza spettacolo che indaga e smonta la Storia, che si appropria di ruoli di rilievo e li ribalta in chiave moderna suscitando il riso, la riflessione, l’amarezza.
Ma il Festival Inequilibrio corre anche per strada. E’ il caso del Teatro dei Borgia con Medea per strada, un’esperienza che ha attraversato e scosso il pubblico inscenando il tema delle migrazioni dal punto di vista femminile, vittime del racket della prostituzione, grazie al lavoro di Elena Cotugno e del suo “teatro itinerante”.
Anche i danzatori saliti sul palco di Inequilibrio22 hanno sprigionato performance uniche e sorprendenti. Le danze si sono aperte con Harleking un lavoro di Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, un’opera ipnotica e metamorfica in cui tutto può accadere e confondere. Marco D’Agostin e Teresa Silva con Avalanche hanno ipnotizzato gli spettatori con il loro lavoro sul movimento e sui gesti in un cammino verso un nuovo pianeta sotto il peso della tristezza. L’energia e il dinamismo del CollettivO CineticO ha stupito e intrigato il pubblico grazie a un gioco che ha messo a nudo le ritualità dello spettacolo con How to destroy your dance. Il sorprendente lavoro della Compagnia Abbondanza/Bertoni ha coinvolto e mantenuto costantemente vivo l’interesse dello spettatore con una rappresentazione “alla cieca”: Gli orbi ovvero uno dei modi che ha l’essere umano di superare la sua condizione. Anche Silvia Gribaudi, in scena con altri tre danzatori, è salita sul palco esibendosi con Graces, una riflessione sulla bellezza neoclassica attraverso la libertà e l’ironia. A seguire Cristina Kristal Rizzo ha solcato i giardini del Castello con ULTRAS sleeping dances, un’esperienza di eguaglianza e collettività che ha visto lo spazio come un fulcro energetico e di partecipazione comuni dove ridiamo, piangiamo, viviamo e moriamo insieme. Luna Cenere si è esibita con Twin, una riflessione attorno al binomio “Natura”, sfera reale e fisica dell’essere umano, e “Tecnologia”, tutto ciò che l’essere umano ha compreso o riscritto nel corso della sua evoluzione. Infine, dallo scenario portoghese, è emersa Vera Mantero con tre esibizioni uniche ed irripetibili: One mysterius thing, said e.e cummings, What can be said about Pierre e Olympia.
E’ anche attraversando i confini europei e oceanici che hanno potuto prender luogo performance irripetibili. E’ il caso del Focus Danza Korea-India grazie al prezioso progetto internazionale Crossing the sea che vede Armunia tra gli attori principali di un’azione atta allo scambio di esperienze tra occidente e oriente. Artisti quali Davide Valrosso e Attakkalari con A peaceful, peaceful place, Dandans Artgroup con Bottari:Movement 3’ e Goblin Party con A silver knife hanno raccontato storie locali, personali, suggestive, profonde, evocando scenari unici e irripetibili.
Anche la musica ha riecheggiato nelle sale del Castello Pasquini. Grazie al lavoro di Ilaria Drago con Simone Weil_Concerto Poetico abbiamo potuto assistere a una lunga lettura filosofica a sfondo femminile accompagnata dagli strumenti elettronici di Marco Guidi.
Non sono mancate le presentazioni di testi inediti come il volume Curare il teatro del Laboratorio Permanente di Nerval Teatro ad Armunia o Le vacanze dell’arte di Luca Scarlini. In più la mostra fotografica, con video installazioni e musica, /ke’bek/ Lepage, ritratti e ambienti a cura di Anna Maria Monteverdi con la mostra fotografica di Marzio Villa ha conferito al Festival un aspetto di riflessione culturale. L’omaggio è andato al regista Robert Lepage che ha portato all’attenzione del pubblico la provincia canadese del Québec come crogiolo di storia, culture e tradizioni molto diverse tra loro.
Altri, infine, sono stati i progetti di impegno sociale-collettivo come Treffen di Nerval Teatro e Paola Bianchi, che ha preso forma sotto gli occhi degli spettatori nel parco della pineta del Castello Pasquini e ha visto come attori i ragazzi del Laboratorio Permanente o Attika, un progetto aperto e nomade di Annamaria Ajmone e Industria Indipendente che si è proposto di riflettere intorno ai paesaggi e alla loro performatività con letture notturne e suggestive in mezzo la natura, sentieri illuminati e amache sognanti.
Si è così conclusa la prima settimana di #Inequilibrio22 che ha visto come protagonisti personalità locali, nazionali, internazionali e d’oltreoceano. Una settimana ricca di cultura, artisticità e sperimentazioni ma che rappresenta solo una parte dell’inestimabile Festival di Castiglioncello.