25 Luglio 2022

Inequilibrio XXV, il festival dove le idee trovano concretezza

di Elisabetta Cosci

“Il Festival Inequilibrio ha confermato la sua vocazione che è quella di essere il luogo dove le idee trovano concretezza.”

Così Angela Fumarola con Fabio Masi, condirettori del Festival Inequilibrio che quest’anno ha festeggiato i suoi 25 anni di vita. Nella giornata conclusiva del Festival, al termine degli spettacoli, c’è stato il tempo per un brindisi e una fetta di torta da condividere con lo staff tecnico organizzativo e gli artisti che in queste due settimane hanno animato i luoghi del Festival. Era presente anche Massimo Paganelli, storico direttore e inventore di Inequilibrio, da tempo in pensione, oggi attore della fortunata serie “I delitti del bar Lume”.
Paganelli, che non poteva mancare a questo importante compleanno, ha ripercorso gli esordi del Festival, dal tempo in cui il comune decise di comprare il Castello Pasquini, al festival di danza per arrivare fino ad oggi con la fondazione culturale Armunia che gestisce il castello Pasquini, e gli altri spazi a Rosignano Marittimo. Era presente anche Licia Montagnani, vice-sindaca e assessora alla cultura. Fumarola e Masi hanno quindi sottolineato come “La natura di Inequilibrio, diventata diffusa, quest’anno è affiorata in modo chiaro tra il Castello Pasquini, storica dimora di Castiglioncello e i nuovi spazi di Rosignano Marittimo, senza tradire le aspettative degli artisti e degli spettatori che tra i Poggetti, il borgo di Marittimo, la Sala Nardini, lo Spazio Danesin e Castello Pasquini hanno avuto un  arcipelago di possibilità. E’ stato un festival generato dalla condivisione di pensieri maturati nel corso degli ultimi due anni, che è riuscito a tenere insieme le generazioni di artisti che in 25 anni lo hanno attraversato. Nuovi autori della scena contemporanea e autori meno giovani hanno reso visibili le traiettorie della linea curatoriale di Armunia, tra danza, musica, teatro e circo. Sono stati 15 giorni intensi dove abbiamo visto una partecipazione molto ricca e diversificata, con due progetti partecipati che hanno aperto e chiuso il festival, realizzati dalla neo Orchestra Appulo Toscana curata da Pino Basile con Michele Ciccimarra e costituita dal Coro delle Voci Bianche della scuola Bacchelli, la Filarmonica Solvay e il Coro dei Partigiani e il Laboratorio Permanente curato da Nerval Teatro e diventato ormai con i suoi partecipanti, la Compagnia stabile di Armunia.”

Un buon risultato si riscontra anche dal punto di vista delle presenza, circa 1300 persone che hanno partecipato ai tanti spettacoli proposti. Ottima la partecipazione anche ai concerti che sono riusciti a richiamare anche un pubblico diverso rispetto a quello che solitamente frequenta il teatro e la danza. Il festival ha visto il ritorno della critica nazionale, dei giornalisti e degli operatori che, negli ultimi due anni, erano stati penalizzati dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Molti sono stati anche gli spettatori giunti appositamente da altre città e da altre regioni.

A cura di:
Elisabetta Cosci

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