24 Marzo 2022

Di Amore e Psiche o del mio primo amore. Una narrazione a lume di candela

AMORE E PSICHE o del mio primo amore è la favola che sta all’origine del desiderio d’amore. I grandi viaggiatori, senza fissa dimora, nel loro ruolo di narratori, hanno diffuso di paese in paese, alcune varianti di questo racconto, adattandolo alle diverse culture ed espressioni linguistiche, perfino ai dialetti. Da qualche giorno la carovana con 4 viaggiatori speciali, 4 artisti dal pensiero nomade e dallo spirito gitano, è arrivata a Castello Pasquini, a Castiglioncello e venerdì 25 marzo alle 18 e alle 21, quegli artisti (Angela Antonini, Elena Galeotti, Gianluca Balducci e Riccardo Marchi) racconteranno, a chi vorrà ascoltarli, l’antica favola a lume di candela. Una storia di crescita, di un percorso che è quello che tutti gli adolescenti devono compiere per conoscere se stessi e gli altri, l’amore ma anche la morte. Nella tradizione gitana si dice che ogni vero gitano debba incontrare un morto perchè i morti sono amici, e anche i teatranti in fondo, anche loro, sono amici dei fantasmi, delle ombre che sono i loro compagni di viaggio.
 
Psiche percorse molta strada prima di incontrare la scrittura di Apuleio: dai versi dei poeti ellenistici alle tracce ritrovate nelle terre bagnate dal Mediterraneo; dalle ancor più antiche lingue della grande Africa agli echi provenienti dalle vette dell’altopiano iranico giù fino all’India. Angela Antonini ed Elena Galeotti che della lettura scenica hanno curato la drammaturgia e la regia, hanno fatto un grande lavoro di ritessitura della storia, immaginando due viaggiatrici nomadi, forse due gitane che sono andate in giro per il mondo a cercare e raccogliere le differenti storie raccontate nei diversi paesi sul mito di Amore e Psiche. La carovana poi ha accolto altri due viaggiatori (Gianluca Balducci e Riccardo Marchi), che tra candele, tappetti e musica, suonando e cantando, raccontano alla maniera dei cantastorie, la storia di Amore e Psiche, che va verso la vita, riuscendo sempre a superare le difficoltà. E in fondo in greco antico Psiche altro non significa che “forza vitale”. Le musiche sono di Gianluca Balducci e Simone Marcandalli
  

“Il mito di Amore e Psiche è come un diamante, una narrazione popolare dalle mille sfaccettature e stratificazioni.”

 

“Rimanevano a bocca aperta accostando la mano destra alla bocca spalancata, con l’indice appoggiato al pollice teso e mi veneravano, quasi fossero al cospetto di una dea.” Psiche

 

 

“Noi non possediamo una sola lingua ma una fusione di dialetti e accenti. Un vortice di suoni, piccoli canti della tradizione popolare, voci e ritmi: una lingua che può parlare agli dèi.”

 

“Non posso sopportare che una ragazza mortale porti in giro la mia immagine come fosse la sua. Pagherà cara la sua superbia, questa sua bellezza è illecita.” Venere

“Ma che ho fatto di male? Cos’ho io che non va? Tutti mi guardano, tutti mi cercano e nessuno mi piglia. Me ne sto a casa da sola, a piangere la mia desolata solitudine.” Psiche

 

“E poi tutto d’un tratto sento delle voci……Cosa sono tutte queste voci? Da dove spuntano fuori?”

 

“E con la notte arriva Amore e per Psiche era la prima volta, nessuno l’aveva mai toccata prima. Era il momento di sognare!”

 

“Mia cara Psiche, dal bell’aspetto, dalle chiome amabili e dal seno pieno, mia dolcissima, non cercare mai di vedere il mio volto.” Amore

A cura di:
Elisabetta Cosci

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