Come cambierà il corpo umano iperconnesso? Il nuovo concept di Nicolas Grimaldi Capitello
Siamo sempre più iperconnessi, quali conseguenza potrà avere anche sul corpo umano questo uso continuo della tecnologia? A Riflettere, attraverso la danza, sul concetto di CONNESSIONE e di come esso sia mutato nel tempo a causa dell’utilizzo sfrenato dei mezzi di comunicazione, causando anche una conseguente TRASFORMAZIONE nella postura del corpo umano è un giovane coreografo campano Nicolas Grimaldi Capitello. Sarà una trasformazione lenta ed impercettibile, dalla quale nessuno potrà sfuggire. Avverrà a distanza di secoli, ma molti studi hanno accertato che antropologicamente l’uso continuo e perpetuo della tecnologia cambierà la morfologia del corpo umano, andando a creare una nuova definizione di essere umano moderno, che succederà a quella dell’homo sapiens e che si porrà come ulteriore tappa nella storia dell’evoluzione dell’uomo, essere in continuo divenire.
L’eccessivo utilizzo delle mani e della sfera sensoriale tattile rischia di porre tutto il resto del corpo in uno stato di sedentarietà, trasformando le posture, i movimenti riflessi e volontari.
CHAT – keep in touch con i danzatori Samuele Arisci, Eva Campanaro, Sibilla Celesia, Marco Munno è il concept coroeografico di Nicolas Grimaldi Capitello, che ha presentato in forma di restituzione/ prova aperta al Teatro Nardini di Rosignano Marittimo al termine di una residenza ad Armunia e che debutterà nel 2022. La serata è stata realizzata in collaborazione con ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL Network Giovane Danza D’autore
Quattro personalità si intrecciano all’interno di un meccanismo coreografico che simula una chat di gruppo, danno vita a delle voci che nessuno ascolta nella vita reale e che urlano nel loro silenzio. Attraverso un sottile filo conduttore che è la solitudine, assistiamo ad un vuoto che si riempie di sensi e di significati.
I performer pur mostrandoci momenti di solitudine, hanno bisogno di una forte relazione e di una condivisione per non scartare quei momenti “ingombranti” della nostra vita. E lo scopo non è consolare o insegnare, ma parlare di sé e del proprio gruppo di appartenenza in una sfera privata che richiede una grande complicità.
Durante la performance i corpi degli interpreti si sviluppano e si intrecciano all’interno di un meccanismo coreografico ossessivo che parte dai movimenti delle mani, ma tende ad irradiarsi in tutto il corpo, mettendo in scena quel mutamento fisiologico e morfologico che si sta compiendo, anche a causa di una coscienza umana sempre più offuscata e confusa. La performance si conclude con un metaforico auspicio dell’inizio di una nuova stagione vitale per l’essere umano.