Prometeo? O dell’inevitabilità della scelta. Intervista a Lorenzo Covello
Intervista di Elisabetta Cosci
All’inizio fu il Circo, poi venne il teatro comico, l’opera, il teatro e la danza, nel mezzo lo studio con la laurea al politecnico di Milano in design del prodotto.
Lorenzo Covello, 33 anni milanese che ha scelto di vivere a Palermo, è quello che si può definire un artista completo, curioso, sperimentatore, ama portare sul palco tutte le competenze acquisite e mescolarle. Lorenzo Covello con il suo Prometeo? è uno dei cinque artisti vincitori del Bando Toscana Terra Accogliente proposto da RAT Residenze Artistiche della Toscana, e coordinato dal Centro di Residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilovatt). Un progetto unico a livello nazionale per il numero e le caratteristiche…. Promoteo? è stato scelto tra i 351 progetti teatrali inediti che hanno partecipato con proposte che sono arrivate da tutto il territorio nazionale, dimostrando quanto la struttura articolata di Toscana Terra Accogliente sia in grado di dare una risposta innovativa alle esigenze delle compagnie, dal sostegno alla produzione, al lavoro sui territori di residenza, alla circuitazione.
Lo incontriamo nella sala da pranzo della foresteria di Armunia, al castello di Rosignano Marittimo, tra poco inizierà al Teatro Nardini le prove del lavoro che sta costruendo in residenza ad Armunia e che sabato 2 ottobre, alle 18, presenterà come restituzione sul palco dello stesso Teatro. Il tempo di un caffè e per fare due chiacchiere.
D: I tuoi esordi sono stati con il circo, che cos’è che ti ha indotto ad avvicinarti a questa disciplina e com’è iniziata la tua formazione?
R: Avevo sedici anni e banalmente mia sorella mi ha regalato delle palline da giocoleria, ho iniziato a giocolare in modo ossessivo e compulsivo. Mia madre ha visto che c’era una scuola di circo a Milano e assecondando questa mia passione per la giocoleria acrobatica, mi ha iscritto.
D: Quindi hai iniziato proprio per gioco . Poi con gli studi invece sei approdato al design.
R: Si dopo il liceo, come molti ragazzi, non sapevo che strada intraprendere, ho cercato un po’ in giro e ho detto: ma sì, vada per il design del prodotto, l’ho vista come un’opportunità per creare cose, per fare un po’ l’inventore.
D: Quindi il circo, il design, il teatro, la danza e poi, visto che tutto prima o poi torna e niente va perduto, adesso metterai tutte queste tue competenze nel tuo Prometeo? Questa sarà la prima volta che lavorerai totalmente da solo. Che cosa hai in mente? Quale sarà la tua narrazione di Prometeo?
R: Lo sto capendo, in generale i lavori precedenti che ho fatto si basavano molto su immagini e quadri. In questo lavoro la storia che emerge viene fuori da sola, a seconda dei quadri che creo, molto influirà la lettura che lo spettatore darà a questi quadri. Prometeo è colui che sa prima e io mi sono chiesto ma lui davvero sapeva prima? Prima di donarci il fuoco, la tecnica, con tutto quello che abbiamo fatto poi, fino ad arrivare ad oggi che siamo sull’orlo dell’apocalisse? Lui sapeva veramente e quindi noi siamo consapevoli delle scelte che facciamo? Per questo nel titolo ho messo il punto di domanda. Prometeo? è un lavoro sulla scelta, sul conflitto, sul dubbio che lacera l’animo prima di compierla. Sulla solitudine inesorabile in cui ci si trova al momento di prendere una decisione, dopo la quale nulla sarà più lo stesso. Una doppia lettura tragica e comica di un eroe, per volontà o per caso, che porta una riflessione sull’inevitabilità della scelta o dell’illusione di essa, con cui l’animo umano si scontra da sempre, raccogliendo a volte successi, a volte fallimenti e altre volte semplicemente niente.
D: Prometeo rappresenta tutto questo ma è anche una figura che è simbolo di ribellione, è colui che va contro il potere, per tante ragioni particolarmente attuale in questo momento.
R: Sono d’accordo ma in questa fase non sto toccando molto quest’aspetto rivoluzionario. Sto invece approfondendo l’aspetto della scelta, di decidere di attuare un cambiamento, di esplorare, di andare oltre, superando i padri, i maestri. Come Ulisse va oltre le colonne, oltre la conoscenza che già si ha. Sto lavorando in questa direzione, con varie tecniche: sulle luci, sui riflessi, sulle onde, con strumenti che ho costruito io con lo scenografo (Gessy Gagliardi)
D: Hai parlato di superare i maestri e quali sono stati i tuoi? Tu per esempio hai lavorato in molti spettacoli con Emma Dante, la consideri una tua maestra?
R: Sicuramente Emma è stata un punto determinante della mia vita. Appena laureato, ho fatto un laboratorio con lei ed Emma mi ha scelto e con lei ho fatto il mio primo lavoro. Da lei ho imparato tanto, è stata un’esperienza importante, fondamentale nella mia formazione come performer. Poi ci sono stati altri maestri, come il direttore della piccola scuola di circo di allora, Claudio Madia e poi ancora i Pali e Dispari, un duo di comici milanesi e gli altri comici con i quali ho lavorato e poi Kuniaki Ida allievo di Jacques Lecoq. Con la danza, che è arrivata dopo, e nella quale mi ci sono catapultato, ho studiato con tanti maestri, importantissimo l’incontro con Daniele Ninarello.
D: Tu potresti essere considerato un “emigrato a rovescio”, nel senso che di solito sono gli abitanti del sud che emigrano al nord. Tu da Milano sei emigrato a Palermo perché questa scelta?
R: Con la mia ex compagna, Zoé Bernabéu, danzatrice portoghese, dopo aver vissuto per lavoro per un anno a Copenaghen, avevamo voglia di sole, di caldo, di Mediterraneo e così abbiamo scelto Palermo, senza alcun progetto, senza alcun piano, senza sapere cosa fare, abbiamo detto andiamo lì e vediamo cosa succede, in realtà sono successe tante cose, tante opportunità per entrambi, abbiamo creato il nostro spettacolo che è andato molto bene e poi abbiamo incontrato tante persone che ci hanno sostenuto. Lo stesso Daniele Ninarello l’ho incontrato a Palermo. E poi Gessy il mio scenografo che è anche un caro amico, anche lui viene dal nord, dal Friuli e ha scelto di vivere a Palermo. Ora la mia vita è là, in Sicilia, all’inizio pensavo che non sarebbe stato facile invece Giuseppe Muscarello ci ha accolti e sostenuti e adesso anche le mie produzioni sono lì, a Palermo.
D: Tornando al mito di Prometeo ci sono tante cose da indagare, per esempio l’arte di vivere insieme, di fare comunità?
R. Il fuoco che porta Prometeo è comunità, attorno al fuoco si crea comunità, il fuoco è l’elemento che è due cose insieme, è il bene e il male, è il focolare domestico ma è anche quello che distrugge.
D: Come procederà adesso il tuo lavoro dopo questa residenza?
R: Mi piace pensare che potrei anche chiuderlo con la prossima residenza, che sarà ancora grazie a Toscana Terra Accogliente, a San Sepolcro. Avendo la fortuna di non dover debuttare alla fine di questo ciclo, vedrò se ci sono ancora intuizioni, cose che devo ancora sviluppare mi prenderò ancora tempo. A ottobre farò un’anteprima e debutterò probabilmente in estate.