27 Maggio 2021

Un anno senza Giac, un anno ricordando Giac

di Anna Maria Monteverdi.

Una performance del collettivo di Viareggio Dada Boom al piccolo cimitero di campagna di Ponte San Pietro (Lucca) è stata l’ultima commuovente iniziativa a un anno di distanza dalla sua morte, per ricordare l’amico artista Giacomo Verde, scomparso per un tumore nel mese e nell’anno più terribile della pandemia, il 2 maggio 2020. Una cerimonia affettuosa accompagnata da brevi performance, canti e musiche, folle e colorata, in sintonia con il suo mondo artistico.
Ciascuno ha portato un piccolo omaggio, insieme a un ricordo condiviso con tutti: una mela tagliata di traverso che mostra i semi disposti a mandala – come lui esortava a fare nel Piccolo diario dei malanni per vedere le cose con uno sguardo diverso-, un limone – come nel documentario sull’Anti G8 del 2001- e tanti semi da spargere.

Come le idee che Giacomo aveva diffuso nei teatri, nelle aule universitarie, nei centri sociali, nelle associazioni. Una poesia letta da Tommaso, il figlio che ha ereditato da Babbo Giac la passione per la scrittura, le tecnologie e il teatro, ha commosso tutti.
Giacomo Verde (10 novembre 1953 – 2 maggio 2020): il videoartista che aveva rinnegato la videoarte, l’inventore del teatro che usa la Tv, il suonatore di grancassa con la Banda Osiris; l’artista che aveva plasmato sculture- installazioni con apparecchiature domestiche, che aveva insegnato alle maestre a usare la telecamera e ai bambini a rompere le Tv. Il professore d’Accademia che aveva mostrato ai ragazzi la regola del “mettere mano” alle tecnologie non solo per creare arte ma nuovi mondi; il Mago Giac, il R(Ǝ)O Dadaista, il poeta Giak Verdun, l’attivista, il punto di riferimento della cultura antagonista, il documentarista politico. Moltissime sono le anime che convivevano nell’artista tosco-campano, ed è un’impresa impossibile incasellare le sue oper’azioni in un’unica disciplina perché semplicemente le arti, come spesso lui amava ricordare, nascono intermediali.
Una lunga fila di iniziative lo hanno ricordato quest’anno; e molti progetti sono ancora in corso o in fase di allestimento e fanno capo all’Officina Dada Boom, quartier generale “operativo” di Giacomo negli ultimi cinque anni) o sono stati proposti per essere finanziati (dal costituendo archivio pubblico a Lucca al progetto universitario congiunto Milano e Pisa). Prossimamente (con un posticipo dovuto al Covid) verrà inaugurata una grande mostra su tre città (Roma Milano e Torino) sulla Videoarte italiana anni Ottanta a cura di Valentina Valentini e Giacomo sarà presente con una selezione dei Teleracconti. Non possiamo invece elencare i numerosissimi interventi radio, video, televisivi che si sono susseguiti. Per chiunque fosse curioso di conoscere chi fosse, il sito è mantenuto attivo e vivace: www.verdegiac.org
Ricordiamo gli eventi di quest’anno, a partire da quello attualmente in corso, appena inaugurato a Bologna per Art City a cura di Mock Jungle: una selezione di 14 video in forma di installazione non stop fino al 30 maggio. Il titolo della rassegna, riprendendo uno slogan di Giacomo, è Liberare arte da artisti.

E riavvolgendo il nastro degli omaggi, in ordine cronologico ricordiamo:

  • Giorgio Barberio Corsetti per Teatro di Roma a pochissimi giorni dalla morte e su interessamento di Aldes/Castello-Moretti e di Graziano Graziani, hanno mandato in onda in streaming sul canale del Teatro di Roma l’integrale dell’ultimo spettacolo di Giacomo, Il Piccolo diario dei Malanni registrato allo spazio SPAM di R. Castello. Con una scheda di Dalida D’Amico.
  • Gli articoli pubblicati su riviste stampate e on line: scegliamo quello di Sandra Lischi per Artribune.
  • Valentina Valentini storica studiosa della videoarte insieme con Dalila D’Amico per il Teatro Quarticciolo, ha organizzato una non-stop di 48 ore via Zoom, dal titolo Manifest’Azione per Giacomo, a una settimana dalla scomparsa di Giacomo: hanno parlato amici artisti, curatori, organizzatori: Sandra Lischi, Renzo Boldrini, Carlo Infante, Silvana Vassallo, Andrea Balzola, Roberto Castello…
  • Milano Digital Week nella sessione da me curata sull’Arte digitale dal titolo (Un)Limited edition gli ha dedicato un talk via Zoom e un ricordo con Marco Mancuso e Matilde De Feo.
  • Graziano Graziani ha curato un numero speciale della rivista 93% a Giacomo con l’editoriale di Roberto Castello dal titolo: Un artista caparbio, ostinato e contrario Hanno scritto oltre alla sottoscritta, Renzo Boldrini, Le Albe, Roberto Castello, Carlo Infante, Lello Voce, Valentina Valentini, Igor Vazzaz, Dalida D’Amico. Con un omaggio in video di Studio azzurro.
  • Nasce in omaggio a Giacomo, la rivista universitaria Connessioni remote, a cura del Dipartimento Beni culturali della Statale di Milano e il primo numero monografico a cura mia, di Vinceno Sansone e Dalila D’Amico è dedicato a lui con testi inediti e omaggi artistici. In quest’occasione viene pubblicato on line per la prima volta l’intero dossier sui Teleracconti.
  • Lino Strangis, Michele Sambin, Pierangela Allegro e Clemente Pestelli gli dedicano un’opera video o di net art. Sono radunati qua
  • Il “Museo della Pineta” di Viareggio viene dedicato a lui il 14 giugno (con lo pseudonimo Giak Verdun con cui firmava le poesie). Si tratta di uno speciale “museo” all’aperto, libero, immaginario, senza ingressi e allestito dal collettivo Dada Boom, e nato per impedire il taglio degli alberi della Pineta della Lecciona. Un insediamento umano e culturale per contrastare l’avanzata dell’asfalto, nato 4 anni fa proprio da un’idea di Giacomo. La targa è stata messa a giugno e Tommaso insieme con Alessandro Giannetti hanno tagliato il nastro: “Giacomo Verde voleva far incontrare il bello dell’arte con il bello della natura, attraverso pratiche di resistenza. Ma voleva soprattutto che ad incontrarsi fossero arte e attivismo collocando questa esperienza nell’artivismo. Con l’arrivo della bella stagione artiste, artisti, e non, che vogliono cimentarsi con queste pratiche avranno una motivazione in più per farlo. Infatti, oltre a quella di contrastare l’orribile progetto dell’asse di penetrazione, il quale abbatterebbe centinaia di alberi, dividerebbe in due la città e porterebbe il traffico in mezzo al parco, adesso c’è una nuova follia: quella di far passare la ciclopista tirrenica dalla Lecciona a pochi passi dalle dune di sabbia”.
  • Festival Inequilibrio, Castiglioncello che per moltissimi anni ha ospitato Giacomo in residenza per nuovi progetti e workshop, ha prodotto uno spettacolo di narrazione Giacomo Verde contastorie in sua memoria: a luglio il Maestro Giuliano Scabia è sul palcoscenico dell’anfiteatro con Tommaso Verde e l’amico di una vita di Giacomo, Gianfranco Martinelli, custode di tanti ricordi Molti i contributi che hanno inanellato questa narrazione che ha richiamato moltissimo pubblico (disposto distanziato, secondo le regole): il Maestro Scabia sceglie la forma della “veglia”: inizia lo spettacolo ricordando che in questo periodo i morti vengono seppelliti troppo in fretta, non c’è più tempo di fermarsi per ricordare, e fare la veglia al defunto. Quindi sarà il teatro ad assolvere a questo rituale, cancellato dal Covid.
    Il fondale è il telo del raccontastorie disegnato da Giacomo negli anni Settanta quando con Sandro Berti della Banda Osiris andava nelle strade a fare teatro popolare. Un percorso a ritroso tra video, fotografia e pensieri raccontati in diretta da Renzo Boldrini che è tra il pubblico: a un certo momento Scabia esorta Tommaso con in testa il cappello dei maggianti toscani, che Giacomo indossava per fare stornelli in ottava rima per le piazze, ad aprire la scatola dei ricordi e a prendere in mano il Piccolo diario dei malanni. Lui sarà da questo momento, il testimone, il tramite della memoria. Nel finale, il telo del contastorie viene consegnato a Renzo Boldrini per il Teatro dei Giallo mare di Empoli, affinché ritorni a teatro, tra i bimbi da dove tutto era iniziato. Enrico Piergiacomi lo racconta per Doppio Zero.
  • Il Premio Tuttoteatro Renato Niccolini 2020 viene assegnato a Giacomo in sua memoria, e virtualmente lo ha ritirato Tommaso in una cerimonia bella e commuovente via Zoom. In dialogo con Maria Teresa Surianello e Massimo Marino, promotore del premio all’amico Giacomo.
  • La rivista universitaria del Dams di Torino Mimesis journal su iniziativa di Antonio Attisani e Antonio Pizzo, dedica uno speciale a Giacomo, con una raccolta dei suoi testi teorici sul Tecnoteatro: “Giacomo Verde è stata una figura centrale nella sperimentazione degli ultimi tre decenni ma ha mantenuto una posizione ellittica rispetto al mondo del teatro convenzionale. La capacità di essere sempre veloce nel carpire i cambiamenti della società e i loro riflessi nell’arte, l’intelligenza di guardare oltre le mode intellettuali contemporanee, l’impegno per un’arte che sia coinvolta nei fatti del mondo, sono caratteristiche che lo accomunano alle figure più rilevanti della sperimentazione. È stata una voce importante nella ricerca sulle arti digitali e multimediali e crediamo che questi suoi scritti siano di forte interesse specialmente adesso che possono essere riletti in una prospettiva storica. Per questo li abbiamo ordinati in modo cronologico. Emerge sia la sua natura irriducibilmente antagonista sia l’ottimismo visionario della sua pratica artistica”. 
  • Il festival Teatro Ragazzi di Giallo Mare Minimal Teatro di giugno 2021 sarà dedicato alla sua memoria: lo ha annunciato in un’anticipazione dell’evento Renzo Boldrini e Vania Pucci, amici storici di Giacomo con cui hanno dato vita a Teleracconti e progetto di teatro per l’infanzia. Qua un loro ricordo in forma di lettura di una poesia di Giak
A cura di:
Anna Maria Monteverdi

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