Martina Gambardella e l’arte dell’errore. Intervista alla danzatrice e coreografa che sarà a Inequilibrio 2021
Intervista di Angela Fumarola
Martina Gambardella sarà ospite del Festival Inequilibrio 2021, in una serata realizzata in collaborazione con AnticorpiXL– network della giovane danza d’autore di cui Armunia è partner. L’abbiamo incontrata durante questi giorni in residenza ad Armunia, dove ha presentato la prova aperta dello spettacolo ERROR#1, che porterà a Castiglioncello il 24 giugno. Giovane coreografa e danzatrice, classe 1993, nata a Napoli e formatasi tra Londra e Berlino, parte da Error#1 – progetto selezionato dal Network Anticorpi XL per la Vetrina della Giovane Danza d’Autore 2020 e coprodotto da CodedUomo, Associazione Culturale Körper, con il sostegno di Oriente Occidente, Lavanderia a Vapore/ Centro di residenza per la danza Armunia– per espandere la sua ricerca sulla relazione tra l’origine del movimento e il mondo esterno. Le musiche originali dello spettacolo sono di Giuseppe Giroffi, mentre il progetto si avvale della consulenza di Daniele Ninarello e del disegno luci di Alessia Massai. Martina Gambardella si forma come danzatrice tra Milano, al CIMD-Centro Internazionale Movimento e Danza, e Leeds alla NSCD-Northern School of Contemporary Dance.
Nel 2014 si trasferisce a Berlino e per un anno segue l’Axis Syllabus International Research Community hub. Dal 2012, accanto alle collaborazioni come danzatrice, porta avanti la sua ricerca coreografica. Nell’estate 2016, consegue il Diploma di post-laurea in Developing Artistic Practice al la LCDS-London Contemporary Dance School di Londra. Nel 2017, co-fonda a Berlino il Collettivo di studio e performance Cavadoras e attualmente è artista associata di CodedUomo Choreography and Research e parte del CIMD-Incubatore per futuri coreografi, un progetto supportato dal MiBAC, diretto da Franca Ferrari in collaborazione con Daniele Ninarello, Marco D’Agostin e Davide Valrosso.
Milano, Leeds, Londra, Berlino, Napoli mappano la tua vita professionale. Ce la racconti brevemente per tappe?
Sono andata via dalla mia casa d’origine all’età di 18 anni, spinta da un desiderio molto profondo di incontrare la danza. La mia ricerca è iniziata a Milano con Franca Ferrari e poi mi sono trasferita a Leeds, per frequentare la Northern School Of Contemporary Dance. In quel tempo, sentivo il bisogno di conoscere da vicino quello che avevo appreso attraverso la scuola di danza e i libri, desideravo abitare quei linguaggi che avevano segnato la storia della danza, attraversarli. L’Inghilterra è stata per me tutto questo, ma è stata anche dimora per innumerevoli domande e parole che dal corpo si sono liberate, iniziando a frammentarlo e metterlo in discussione. Con il tempo la ricerca ha orientato il mio desiderio verso un corpo sempre meno addomesticato.
L’arrivo in Germania è stato segnato da incontri importanti con artisti e colleghi che sono divenuti per me grandi maestri, che mi hanno accompagnata nella ricerca sempre più profonda della possibilità del corpo di farsi mezzo, canale attraverso cui avviene il cambiamento. Ogni tappa del viaggio è stata un passo indietro e negli anni è diventato sempre più urgente il lavoro di dissezione del corpo. Il ritorno a casa è stato determinato da un incontro molto importante. Ho conosciuto Daniele Ninarello nel 2019 a Milano all’interno dell’ Incubatore CIMD; grazie a lui sono riuscita a portare avanti la ricerca nell’apertura e nel dialogo continuo intorno al lavoro che oggi sto sviluppando. Per quanto riguarda Napoli, è la mia città d’origine, ma non sono mai vissuta lì. E’ un luogo in cui tuttavia sogno di poter abitare presto per intrecciare sempre più nel tempo un dialogo e uno scambio generoso.
Error#1 è uno spettacolo ma racconta un processo che nasce dalla tua danza e dalle vie di fuga che intravedi nel corpo. Cos’è per te Error?
Error porta in scena un processo di apprendimento del corpo e il suo tentativo di sconfinamento. Il lavoro nasce dal desiderio di esplorare un corpo nel suo continuo errare ed accadere, nel suo muto ed inafferrabile con-fondersi e manifestarsi nel mezzo, nel passaggio tra il dentro e il fuori dello spazio in cui è immerso. Lo spazio è vissuto ed abitato dall’interno, il corpo si dichiara da subito grado zero della spazialità e progressivamente, facendosi sempre più permeabile e quindi all’altro presente, libera nello spazio la linea, che è asse e rimando alla verticalità. Per me Error è il continuo viaggio di un corpo che, nel tentativo di farsi sempre più intimo e plurale, impara a lasciarsi disordinare fino a dissolvere la compattezza di un sé fisso e finito e fino a farsi canale aperto attraverso cui l’altro risuona.
Ci vuole un errore di sistema per dialogare con il corpo?
E’ importante che il corpo persista nell’ascolto, nel suo sentire primo, che si lasci toccare, attraversare e quindi decostruire, sfuggendo alla tentazione di dominare sulle cose o di subirle. L’errore è per me un’azione incorporata di movimento in grado di scrivere e ri-scrivere lo spazio che abitiamo. Error è il titolo che ho scelto con un esplicito riferimento alla dimensione della glitch art, l’arte dell’errore. Nel mondo digitale ci riferiamo all’ errore come disordine di sistema, un’infrazione, uno scarto in grado di scompaginare l’unità, di decostruirla a tal punto da lasciarci intravedere un segreto, un linguaggio sotterraneo, primo ed originario che giace dietro l’ intero. In Error il corpo trova negli errori continui punti di fuga, incessanti tentativi di agganciare l’origine per poter sconfinare e farsi altro da sé.
Cosa desideri per l’immediato futuro?
Desidero poter restare aperta nella condivisione e nel dialogo con la comunità che, giorno dopo giorno, sto incontrando. Desidero continuare a interrogare l’azione di movimento e quindi la sua scrittura nel nostro tempo e mi piacerebbe fare ciò avviando collaborazioni di ricerca e creazione, oltre che restando aperta allo scambio e alla riflessione attraverso le pratiche.