2 Ottobre 2020

Dentro l’occhio di Maurizio Lupinelli – Quando il gioco diventa verità

A cura di Claudia Caleca

 

DENTRO L’OCCHIO di Nerval Teatro

Al Festival Inequilibrio 2020 viene proiettato DENTRO L’OCCHIO una produzione audio visiva ibrida di Nerval Teatro, a metà strada tra il documentario e la fiction; raccoglie documenti video di diversa natura incentrati sulle attività del Laboratorio Permanente: conversazioni, sessioni online e interventi di alcuni studiosi, critici, artisti e operatori teatrali. #inequilibrio2020 #nervalteatro #teatro #armunia #rosignano

Pubblicato da Armunia su Venerdì 11 settembre 2020

 

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli Dentro l’occhio nasce dal desiderio di Maurizio Lupinelli di documentare ciò che lo ha stupito durante il lockdown primaverile. Grazie all’idea creativa di Elisa Pol, di realizzare piccoli progetti per i ragazzi del Laboratorio Permanente con i loro genitori, con la partecipazione di artisti come Simone Zambelli, Roberto Latini e Paola Bianchi che avevano già collaborato col gruppo durante gli attraversamenti, il risultato è stato grandioso: l’adesione dei genitori ai progetti, culinari, musicali e d’improvvisazione, ha portato alla realizzazione di numerosi video amatoriali condivisi sul gruppo whatsapp con gli stessi Maurizio ed Elisa. Ed è stato proprio in questa occasione che è sbocciata l’idea artistica di Lupinelli: perché non raccogliere il materiale video e intervistare dal vivo ragazzi e genitori al fine di realizzare una testimonianza audiovisiva di quello che è stato un momento di fermo condiviso? 

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli Ecco che l’idea del regista romagnolo è poi mutata e sfociata in Dentro l’occhio, che si distacca dalla forma prettamente documentaria e didascalica e sconfina nel cortometraggio con una struttura drammaturgica così realistica, ma anche poetica che a tratti vibra di corrispondenze e allusioni, stasi, contemplazioni e identificazioni. E’venuta fuori una piccola operina- afferma Lupinelli a posteriori, dopo aver terminato il montaggio del corto, emozionato e soddisfatto- Sarebbe stato più semplice documentare e fare interviste discorsive. Qui invece c’è sì la rappresentazione ma con un valore, una poetica del materiale raccolto. -E aggiunge- Questo lavoro mi ha permesso con difficoltà ed entusiasmo di penetrare un linguaggio che non avevo mai attraversato, se non da parte dello spettatore

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli Dentro l’occhio racchiude interviste dal vivo a personalità professionali e istituzionali (Angela Fumarola, Fabio Masi, Massimo Paganelli e le educatrici della Nuova Futuro Chiara Bernardini, Franca Giglio, Elena Pantani, Silvia Proserpio) che ai genitori dei ragazzi (Liliana Maver), improvvisazioni degli attori diversamente abili sia in gruppo che con i genitori (Gianluca e Luciana Mannari, Paolo e Pietroaugusto Faccenda), riflessioni e considerazioni di artisti e studiosi che si sono interfacciati con Nerval Teatro e col progetto Pinocchio di Maurizio Lupinelli ed Elisa Pol (Roberto Latini, Gerardo Guccini e Marco Menini – critico teatrale e studioso, che ha curato con Guccini il volume Curare il teatro. Il laboratorio Permanente di Nerval Teatro ad Armunia, pubblicato da Armunia nel 2019, ha seguito il progetto Pinocchio fin dagli arbori e affiancato Lupinelli nella produzione del corto-) ma anche semplici immagini, flussi, accenni dove sono fondamentali le sfumature, dove il fare creativo si nutre di piccole albe, passaggi sottili e profondissimi che alimentano un qualcosa che va oltre la realtà. Il dentro è quello che abbiamo noi, che va oltre lo sguardo- chiarisce ancora Lupinelli- E’ come se il corpo sia un fantasma: non lo vedi, ma è una presenza molto forte.

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli Ed è in questo snodo creativo che si inserisce il filo conduttore del cortometraggio: Pinocchio, il leitmotiv che accompagna il flusso narrativo, tema centrale del lavoro artistico di Lupinelli e Pol, dal febbraio 2020 iniziato nelle Sale del Teatro Solvay di Rosignano Solvay e poi bruscamente interrotto dal lockdown. L’idea di Lupinelli nasce nel 2018 durante lo studio di Pinocchio: un libro parallelo di Giorgio Manganelli, una riscrittura del mitologico personaggio dal punto di vista “notturno”: –Mi interessa perché ha a che fare con l’onirico, un segno che non è chiaro, un chiaroscuro che i ragazzi mi hanno permesso di raggiungere attraverso le loro suggestioni- afferma Lupinelli. La potenzialità di far interfacciare gli attori con l’opera di Manganelli sta quindi nel loro poter attraversare sia personaggi in carne ed ossa (Geppetto, la Fata Turchina) sia personaggi animali o vegetali (il Gatto e la Volpe, il Burattino) favoriti soprattutto dalla loro capacità, fisicità e fisionomia. 

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli Ed è in questo mondo polimorfico che Lupinelli si muove e, forte del rapporto che lo lega ai ragazzi della Nuova Futuro da oltre dieci anni, è in grado di cogliere i punti di forza e le peculiarità di ognuno e far sì che essi siano restituiti sulla scena in maniera del tutto stupefacente. Come ad esempio la leggerezza di Elsa Francesconi, cui Lupinelli ha associato il ruolo della Fata Turchina, data la sua la delicatezza, l’impressione che durante i suoi fini movimenti possa addirittura spezzarsi; oppure la fisicità prorompente di Cesare Tedesco che stupisce gli osservatori con le sue risate sonore o con il mimo dell’asino, dove mischia la vocalità alla gestica con un risultato oltre il verosimile; o infine come la precisione e il controllo fisico di Francesco Mastrocinque, che si trasforma nell’essere vegetale-Pinocchio accogliendo con eccezionale bravura la spersonalizzazione dall’essere umano.

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli Ma ciò che rende possibile tutto questo è la sorprendente metodologia di lavoro di Lupinelli, cui assisto come una spettatrice incantata. Durante le prove, prima del ciak, è così immerso in sé stesso e nella scena da farsi che l’impressione è quella che abbia annullato lo staff e i passanti incuriositi: il regista sussiste solo per la creazione. Riproduce così le pose che visualizza nella mente e dispone i ragazzi nello spazio, assecondando il proprio flusso creativo. La regola è una sola: divertirsi. E’ singolare osservare quanto le indicazioni registiche di Lupinelli funzionino perfettamente con un presupposto così atipico. Egli rappresenta l’input, la scintilla che genera il cortocircuito creativo nella mente e nel corpo degli attori, la miccia che permette alla scena di esplodere. Interessante è stato trascorrere un pomeriggio di agosto presso il giardino della Limonaia, al Castello Pasquini di Castiglioncello, con molti dei ragazzi diversamente abili della Nuova Futuro e divertirsi facendo arte. Il pretesto creativo è stato l’inscenare, attore per attore, la corsa verso un finto burrone e l’arresto sul ciglio poco prima della caduta. L’azione, filmata dall’abile operatore Alessandro Leoncini, era supportata dalla presenza di Lupinelli alle sue spalle che aspettava ogni ragazzo oltre lo scalino incitandolo con movimenti e voci sorde in quello che diventava un mimo vicendevole: chi riproduce chi? Come in un gioco di specchi, in un ri-conoscersi a vicenda, la stessa azione veniva riprodotta in modi totalmente differenti, propri di ogni attore, e ogni urlo finale esprimeva sfumature dissimili: timidezza, divertimento, aggressività, tensione. Anche nel caso delle riprese alle Spiagge Bianche della Nuova Futuro, in cui sono presenti ragazzi e genitori, Lupinelli accenna l’indicazione di partenza e poi lascia che siano gli attori a condurre il gioco: sulla battigia tutti stanno aspettando l’arrivo di qualcuno, forse di Pinocchio, forse di Geppetto, forse uno di loro ha visto la balena, forse è solo un sogno.

A conferma del suo volersi “tirar fuori” dalla scena, per farsi “trascinare” dai ragazzi (come è spesso solito dire Lupinelli) e del rappresentare un’indicazione libera per gli attori, è la riflessione che emerge durante il solito pomeriggio di riprese: “Dobbiamo cogliere l’errore!”. Capisco che è nell’errore, nell’autenticità al di fuori del pensiero finalizzato all’azione che Lupinelli coglie la verità, quella stessa verità cui assistiamo durante un altro pomeriggio estivo. La Fata Turchina, Luciana Mannari madre di Gianluca Mannari, ha appena scoperto Pinocchio combinare una marachella e sta per rimproverarlo: assistiamo increduli a un intimo colloquio familiare, amorevole ma retto, in cui colei che è la Fata è prima di tutto una madre buona, che guarda con dolcezza e pazienza gli occhi del figlio che le siede accanto. Siamo fortunati a partecipare ad un momento di verità così.

Divertimento e Verità, due capisaldi del fare artistico di Lupinelli, si condensano infine nella mitica scena tra Paolo Faccenda e Cesare Tedesco che, seduti su una panchina alle spalle del Castello di Rosignano Marittimo, inscenano una conversazione nei panni del Gatto e la Volpe. Il regista spiega la situazione, poche e chiare parole che servono per accendere i motori: qualcuno ha rubato le monete d’oro ai due furfanti. Lo schizzo tracciato da Lupinelli si articola e prende forma grazie all’attualità dei dialoghi (intercalare livornese e citazione di posti locali) e alla complicità dei due attori che incalzano una conversazione realistica che sconfina nel non senso, mentre giocano con la fisicità dell’altro e ghignano con sorrisi e botte di spirito. E’ la loro amicizia ad andare in scena e, ancora una volta, la realtà acquisisce spessore artistico stupendoci tutti.

Partecipare alla realizzazione di Dentro l’occhio ha significato per me vivere un’esperienza che avevo studiato nei testi universitari e solo visto per video o immaginato. Veder nascere di fronte ai miei occhi un’operina, sia durante le prove, i ciak e il montaggio, ha significato emozionarmi, stupirmi, crescere sia umanamente che professionalmente. Ma ha significato soprattutto affidarmi a Maurizio Lupinelli, un artista che interviene in punta di piedi sul reale, sussurra l’idea che custodisce nella mente e lascia librare al gioco e alla libertà, le ali di attori straordinariamente dotati al fine di raggiungere quella verità che tanto anela.

Dentro l'occhio - Maurizio Lupinelli

A cura di:
Claudia Caleca

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