21 Settembre 2016

L’INCHIOSTRO INVISIBILE

Laboratorio a cura di Massimiliano Civica

L’INCHIOSTRO INVISIBILE
Laboratorio di regia sulla lettura del testo drammatico
a cura di Massimiliano Civica

 

11 – 13 – 25 ottobre e 2 novembre
dalle ore 10,00 alle ore 12,00
Castello Pasquini Castiglioncello
 
accesso gratuito previa iscrizione
per un numero massimo di 15 partecipanti
 

I Classici del teatro, dalle tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide, alle opere di Shakespeare o Moliere, hanno una caratteristica in comune: sono privi di didascalie e di indicazione per la messinscena.
Per capire la ragione di ciò, prendiamo come esempio uno di questi autori. Shakespeare era insieme autore, “regista” e attore: scriveva il testo, dirigeva la messinscena e spesso vi prendeva parte come interprete. Per lui i suoi testi non avevano un valore letterario autonomo e non erano destinati alla semplice lettura, tant’è vero che non si è mai interessato alla loro pubblicazione mentre era in vita. Dunque non testi, ma copioni: la traccia, il materiale di partenza per il prodotto finale che Shakespeare aveva a cuore, lo spettacolo. Copioni, poi, che erano destinati ad uso esclusivo della sua compagnia: non sono stati scritti con l’idea che altri, tranne il loro autore, li potessero mettere in scena.
Shakespeare sapeva quali attori della sua compagnia avrebbe utilizzato, in che spazio sarebbe stato realizzato lo spettacolo, le convenzioni di quello spazio, e le azioni che il pubblico avrebbe avuto sotto gli occhi. Scriveva il copione letteralmente “vedendo” quello che sarebbe accaduto sulla scena, e, poiché un’azione vale più di mille parole, nei suoi testi mancano mille parole per ogni azione che il “regista” Shakespeare aveva in mente di realizzare senza bisogno di annotarla per scritto. Perché perdere tempo a scrivere le didascalie se era convinto che solo lui avrebbe portato a teatro i suoi testi?
Chi dunque pensa di poter capire il senso dell’Amleto solo attraverso la lettura del testo è nella stessa condizione di chi pensasse di poter godere di un film di Kubrik leggendo la sceneggiatura. E, in sovrappiù, una sceneggiatura monca, che contiene i dialoghi, ma non le indicazioni dei luoghi, delle azioni, di ciò che accade ai personaggi.
Un regista che vuole mettere in scena un’opera di Shakespeare è dunque costretto a ricostruire lo spettacolo che sta “sotto”, o “sopra”, il testo. È costretto a “vedere” lo spettacolo che Shakespeare a tratto dal suo testo, per individuare quelle didascalie non scritte che ne disvelano il senso profondo. Solo così potrà poi realizzarne autonomamente una nuova e personale versione.
 Di un copione teatrale bisogna dunque imparare a leggere quello che l’autore-regista-attore ha scritto negli spazi bianchi della pagina con una sorta d’inchiostro invisibile. Ad esempio, spesso, per capire l’anima e desideri di un personaggio, è più importante prestare attenzione a quando, e in presenza di chi, parla, piuttosto che a quello che dice. Bisogna notare quando un personaggio entra in scena e quando ne esce, se si vuole afferrare la dinamica dei suoi rapporti con gli altri protagonisti dell’opera. Dunque nel testo ci sono delle indicazioni di messinscena, ma sono nascoste “intorno” alle parole dei personaggi e dentro la sequenza verticale delle battute. Un bravo regista deve saper leggere queste didascalie invisibili.
I partecipanti al laboratorio si eserciteranno sulla lettura teatrale del Un sogno nella notte dell’estate di Shakespeare. Durante i 5 giorni del laboratorio, guidati e stimolati dal regista Massimiliano Civica, leggeranno integralmente il testo, ne scopriranno i misteri, le convenzioni e i meccanismi scenici di funzionamento, per poi proporre una propria ipotesi di messinscena, comprensiva di indicazioni scenografiche, di una idea dei costumi e dell’azione degli attori. Il laboratorio è indirizzato a registi, attori, e a tutti quelli che sono interessati a smontare il giocattolo del testo drammatico per capirne al meglio il funzionamento.

 
info e iscrizioni 
ARMUNIA
Castello Pasquini – Castiglioncello
A cura di:
Redazione Armunia

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